Le Corbusier – Villa Savoye | parte 2: l’architettura
Progetto:: Le Corbusier e Pierre Jeanneret
per le foto, vedi i crediti
LE CORBUSIER – VILLA SAVOYE | PARTE 2, L’ARCHITETTURA
(continua dalla parte 1)
L’architettura di Villa Savoye
In pianta la Villa Savoye è regolata da una precisa griglia a maglia quadrata marcata da 25 colonne, mentre in alzato la griglia diventa rettangolare.
Alla fine del 1928 la maglia orizzontale, e di conseguenza la superficie dell’intero edificio, venne ridotta da 5 a 4,75 metri su richiesta del cliente, preoccupato (non senza ragione) che i costi finali potessero superare in modo sostanziale il preventivo iniziale.
Escludendo il portico, la terrazza ed il solarium, la superficie lorda della casa era di circa 480 metri quadrati.
Villa Savoye, Poissy, piante dei tre piani
L’uso di una grigia basata sul rettangolo e sul quadrato era probabilmente per metà concettuale – allo scopo di rendere chiara la differenza della nuova architettura “macchinista” rispetto alle forme organiche e riccamente decorate dell’Art Nouveau – e per metà necessaria, dato che questo tipo di schema è molto più adatto alle strutture intelaiate. Nonostante questo, Le Corbusier introdusse nel suo progetto anche volumi basati su archi di cerchio ed ellittici, come nel caso del corpo scala e del solarium; forme già presenti nei suoi dipinti coevi che si sarebbero evolute in modo più compiuto in alcune delle architetture del dopoguerra, come il Padiglione Philips, la cappella di Notre Dame du Haut e la chiesa di Saint Pierre a Firminy..
Uno dei setti curvi che definiscono il solarium, foto Inexhibit.
Il programma funzionale definitivo di Villa Savoye comprese il seguente elenco di spazi:
– a piano terra: la hall d’ingresso, il garage, gli alloggi dell’autista e della cameriera, la lavanderia e l’appartamento per gli ospiti.
– al primo piano: l’alloggio dei Savoye con tre camere da letto, quatto bagni / WC, un piccolo soggiorno adiacente alla camera padronale, la cucina, il soggiorno principale e la terrazza.
– il solarium al terzo piano / piano copertura
Prospetto sud-ovest e sezione
La circolazione verticale è risolta da un rampa e da una scala che attraversa tutti i piani.
Il corpo scale, foto Inexhibit
Un piccolo edificio, noto come Casa del Giardiniere, venne realizzato nei pressi dell’ingresso principale alla proprietà. Ancora una volta l’abitazione venne inizialmente pensata con dimensioni maggiori rispetto alla costruzione effettivamente realizzata, e venne ridotta per contenere i costi complessivi dell’intervento.
La Casa del Giardiniere, foto Inexhibit
Dal punto di vista architettonico la casa fu completata nel 1929 ma fu considerata abitabile solo nel 1931, dopo che furono (temporaneamente) risolti alcuni problemi causati dal sistema di riscaldamento.
I Savoye abitarono la villa, da loro ribattezzata Les Heures claires, per soli nove anni dato che la proprietà venne confiscata nel 1940 dall’esercito tedesco a causa della sua posizione strategica per il controllo della valle della Senna.
Quando nel 1945 i Savoye vi fecero ritorno trovarono la casa in stato di abbandono.
Va detto che sin dal suo completamento i committenti avevano sollevato problemi: Le Corbusier aveva adottato tecnologie edilizie innovative per l’epoca – in modo particolare per l’impermeabilizzazione, i serramenti scorrevoli e gli impianti – alcune delle quali si dimostrarono non ancora tecnicamente affidabili. Come conseguenza i clienti si lamentarono spesso per le infiltrazioni d’acqua dalle coperture e per altri problemi, fra i quali il malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento, che resero la villa onerosa da mantenere e probabilmente lontana dall’essere confortevole. (4)
I Savoye presero quindi la decisione di non restaurare l’edificio, che venne espropriato nel 1959 dal Comune di Poissy con l’intenzione di demolirlo per fare spazio ad una scuola. Solo una vasta campagna di protesta supportata da architetti ed intellettuali, tra i quali lo stesso Le Corbusier, finì fortunatamente per convincere le autorità locali a risparmiare la casa, ed infine lo Stato Francese a considerarla un monumento, a restaurarla e, nel 1997, ad aprirla al pubblico.
Nel 2016 Villa Savoye è stata inclusa nei siti Patrimonio dell’Umanità tutelati dall’UNESCO.
Villa Savoye, facciata sud-est, foto Inexhibit
La Villa oggi
La casa è situata in un’area residenziale di Poissy, nei pressi della scuola che occupa sei ettari della tenuta originale. La zona è tranquilla, dall’atmosfera tipicamente suburbana, e da’ l’impressione di non essere poi molto cambiata da quando i Savoye acquistarono il terreno nel 1928. Entrando nella proprietà il primo edificio che si trova è la piccola Casa del Giardiniere che già mostra, sebbene a scala ridotta, molti dei caratteri della Villa.
Il parco si estende oggi per circa un ettaro – in origine era sette volte più grande – ed è circondato da alberi ad alto fusto e cespugli di rose.
A seguito dei restauri degli anni ’90 l’edificio ed il parco sono ora in ottime condizioni e ben manutenuti dal Centre des Monuments Nationaux. Alcuni degli ambienti, come la cucina e la sala da bagno principale, conservano parte dell’equipaggiamento originale e una piccola collezione di mobili disegnati da Le Corbusier è visibile nel soggiorno.
A piano terra della villa è allestita una mostra storica permanente che comprende disegni, modelli ed estratti dall’ interessante corrispondenza tra Madame Savoye e Le Corbusier.
Vista del soggiorno. Foto Inexhibit
Come anticipato la villa non delude le aspettative; ciò che invece è sorprendente è il suo forte rapporto con il paesaggio circostante. Siamo abituati a immagini nelle quali la Villa è rappresentata come un candido volume isolato al centro di un prato, o a immagini di dettaglio delle sue geometrie interne. Quando la si visita di persona ciò che invece emerge prepotentemente è il continuo dialogo visivo tra l’ edificio e il paesaggio naturale.
Tutti gli elementi architettonici, le forme e i colori – con il bianco a predominare – prendono il loro pieno senso quando si combinano con i verdi, i gialli e i bruni che “inondano” la casa, entrando dalle lunghe finestre a nastro e da tutte le aperture posizionate in modo sapiente. Sembra quasi che l’architetto abbia voluto ricreare, nella piatta valle della Senna, alcuni degli elementi paesistici del Giura in cui era cresciuto.
Il parco visto dalla terrazza, foto Inexhibit.
Uno scorcio della cucina, foto Inexhibit
Passaggi, Foto Inexhibit
Come abituale per le Le Corbusier i dettagli fanno la differenza. La vasca da bagno rivestita in piastrelle blu cobalto, il piccolo lucernario che “versa” luce nel corridoio, gli arredi in legno e metallo della cucina rivelano che, anche per Le Corbusier, “Dio è nei dettagli”. Dettagli che trasformano la visita da qualcosa che si suppone di conoscere come le proprie tasche a una continua rivelazione.
La vasca da bagno con seduta rivestita in mosaico. Foto Inexhibit.
Il corridoio al primo piano.Foto Inexhibit
PARTE 1 – LA STORIA DI VILLA SAVOYE
Note
4) “dopo molte proteste, alla fine avete dovuto ammettere che la casa che ci avete costruito nel 1929 non è abitabile” Dalla lettera di Eugénie Savoye a Le Corbusier, 11 ottobre 1937.
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