Frank Lloyd Wright


Frank Lloyd Wright ritratto

Fotografo ignoto. Frank Lloyd Wright a Taliesin West, The Frank Lloyd Wright Foundation Archives (The Museum of Modern Art | Avery Architectural & Fine Arts Library, Columbia University, New York). Per gentile concessione del Museum of Modern Art, New York

Frank Lloyd Wright è con ogni probabilità il più importante architetto americano di tutti i tempi, e la prima “superstar” dell’architettura moderna a diventare tanto popolare da essere ritratta, sebbene in modo assai fantasioso, in un film hollywoodiano (La Fonte Meravigliosa del 1949, con Gary Cooper nei panni di un architetto di forte personalità ispirato a Wright stesso).

In realtà, la vita e la carriera professionale di Wright furono forse ancora più stupefacenti di quelle di un personaggio di fantasia. Nato nel 1867 a Richland Center, nel Wisconsin, da William Carey Wright, musicista e pastore protestante, e da Anna Lloyd Jones, un’insegnante di origini gallesi, da da bambino e ragazzo Wright visse in una famiglia culturalmente stimolante ma spesso alle prese con problemi economici.

Se Wright si sia mai laureato o meno è materia dibattuta, frequentò sicuramente corsi di ingegneria ed arte all’Università del Wisconsin ma quasi sicuramente non prese mai la laurea; in effetti, si formò professionalmente soprattutto lavorando per sei anni presso il celebre studio Adler & Sullivan a Chicago.

Le Prairie Houses e il successo internazionale
Dopo aver lasciato Adler & Sullivan ed aver aperto il proprio studio a 26 anni, Wright cominciò a perseguire la creazione di una “architettura indigena americana”, che venne in seguito chiamata Prairie Style, inspirata dalla cultura autoctona e dal paesaggio degli Stati Uniti. Il complesso Darwin Martin House a Buffalo è forse il miglior esempio ancora esistente di quel periodo. Benché l’architettura di Wright del tempo fosse eminentemente “americana”, era anche aperta ad influenze esterne, in particolare di quella cultura giapponese che l’architetto ammirò per tutta la vita.
Negli anni Dieci del Novecento, Wright, ormai noto professionalmente a livello internazionale, era però insoddisfatto della propria vita personale. Dopo aver lasciato la prima moglie, Catherine, con cui aveva avuto sei figli, cominciò a vivere con Martha “Mamah” Borthwick e si trasferì da Chicago in una nuova residenza, chiamata Taliesin, che aveva progettato e costruito a Spring Green, nel natio Wisconsin.

Il declino
Purtroppo, nel 1914, “Mamah” Borthwick, i suoi due figli (entrambi adottati da Wright) e quattro altre persone furono assassinate a Taliesin da un ex dipendente, che distrusse anche la proprietà di Wright dandola alle fiamme. In più, a partire dai primi anni Venti, il successo di Wright cominciò a declinare; principalmente perché sia lui (che era sulla cinquantina) come architetto che il suo stile Prairie erano considerati fuori moda; oltretutto, la maggior parte degli scarsi incarichi che aveva al tempo non venne mai realizzata.
Di conseguenza, Wright cominciò a lavorare – per scelta o per necessità – più come scrittore, teorico ed insegnante che come architetto professionista; nel 1932, aprì la propria scuola di architettura a Taliesin, insieme alla nuova moglie Olgivanna.

Un ritorno inaspettato
Durante gli anni Trenta, la carriera professionale di Wright conobbe un’insperata rinascita. Questo era dovuto, almeno in parte, ad un cambiamento nello suo stile architettonico. Come nelle sue case Usoniane, l’architettura di Wright si era fatta più semplice e lineare, la decorazione era tenuta al minimo, e sperimentava varie innovazioni tecniche, come riscaldamento passivo e pavimenti radianti.
L’integrazione col contesto naturale era più forte che mai, al punto che, dalla distanza, alcuni edifici sembrano più paesaggio “raddensato” che qualcosa costruito da mani umane – si pensi ad esempio a Taliesin West, la nuova proprietà invernale di Wright o alla Casa Kaufmann, meglio nota come Fallingwater  (o, in Italia, come la Casa sulla cascata).
Negli anni Quaranta, Wright, ormai oltre la settantina, aveva più commissioni che mai e godeva di un successo che lo accompagnò fino alla fine. Wright morì nel 1959 a New York, dove stava sovrintendendo alla costruzione del suo ultimo capolavoro, il museo Solomon R. Guggenheim.


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