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12 progetti per Detroit: gli Stati Uniti alla 15°Biennale di Architettura di Venezia

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    Padiglione degli Stati Uniti
    “The Architectural Imagination”- 12 progetti per Detroit

    Il Padiglione degli Stati Uniti espone dodici progetti di riqualificazione per quattro aree dell’area metropolitana di Detroit.
    La mostra, intitolata “The Architectural Imagination”, curata da Cynthia Davidson e Mónica Ponce de León, presenta disegni, modelli, video e alcune postazioni interattive. Il lavoro esposto è frutto di una open call rivolta agli architetti che hanno elaborato soluzioni progettuali relative a quattro aree semi-abbandonate della città.

    I siti individuati, sottoposti al lavoro dei progettisti, sono simbolici del declino e allo stesso tempo del potenziale insito in quella che è la più eminentemente industriale delle città americane. Le aree sono: la zona di “Dequindre Cut”; un edificio industriale nell’ area denominata “Mexicantown“; “United States Post Office” edificio dismesso utilizzato dal servizio delle poste situato sul fiume e infine “Packard Automotive Plant”, un ex impianto produttivo di automobili.

    Fra gli oltre 250 progetti pervenuti, le curatrici di “The Architectural Imagination” hanno selezionato dodici proposte – tre per ognuna delle aree prese in esame – elaborate da altrettanti studi basati negli Stati Uniti.

    Dequindre Cut: Marshall Brown Projects, Chicago – MOS, New York – Zago Architecture, Los Angeles

    Mexicantown/Southwest Detroit : A(n) Office, Detroit – Mack Scogin Merrill Elam Architects, Atlanta – Pita & Bloom, Los Angeles.

    United States Post Office: BairBalliet, Chicago and Columbus – OH Present Future, Houston – Preston Scott Cohen Inc.,Cambridge, MA

    Packard Plant: Greg Lynn FORM, Los Angeles – SAA/Stan Allen Architect, New York –
    T+E+A+M, Ann Arbor, MI.

    Dequindre Cut

    Marshall Brown Projects, “Dequindre Civic Academy”, 2016. Towards a Coordinate Unit (Verso una città coordinata) Proposta per l’area di Dequindre Cut a Detroit. Foto © Inexhibit, 2016

    Zago Architecture, “A New Federal Project”, 2016. Dettagli del modello e viste dell’ edificio. Proposta per l’area di Dequindre Cut a Detroit. Foto © Inexhibit, 2016

    Mexicantown/Southwest Detroit

    A(n) Office, “Promised Land Air”, 2016. Laboratori industriali con movimentazione pneumatica delle merci, alloggi, rete di purificazione dell’aria e Consolato Canadese. Proposta per l’area di Mexicantown/Southwest  Detroit. Foto © Inexhibit, 2016

    Mack Scogin Merrill Elam Architects, “Mexicantown: A Liminal Blur”, 2016.
    Proposta per Mexicantown/Southwest a Detroit.Viste dell’installazione con i visori per la realtà aumentata. Foto © Inexhibit, 2016

    Pita & Bloom, “The New Zocalo”, 2016. Proposta per Mexicantown/Southwest Detroit.
    Vista del modello. Foto © Inexhibit, 2016

    Packard Plant

    Greg Lynn FORM, “Center for Fulfillment, Knowledge, and Innovation”, 2016.
    Viste del modello che mostra l’ impianto di cogenerazione, i centri di ricerca aziendali e gli spazi di collaborazione universitari mobili. Proposta per Detroit’s Packard Plant. Nella foto al centro Greg Lynn. Foto © Inexhibit, 2016

    United States Post Office

    BairBalliet, “The Next Port of Call”, 2016. Moli, uffici di dogana e spazi di intrattenimento per i visitatori. Proposta per il lungofiume di Detroit, United States Post Office.
    Foto © Inexhibit, 2016

    OH Present Future, “New Corktown”, 2016. Modello dell’edificio da realizzare con pannelli in legno a fibre incrociate. Proposta per il lungofiume di Detroit – United States Post Office. Foto © Inexhibit, 2016

    Preston Scott Cohen Inc.”Revolving Detroit”, 2016. Modello di ufficio postale con tetto ondulato, rampe e scala. Proposta per il lungofiume di  Detroit – United States Post
    Office. Foto © Inexhibit, 2016

    In generale la mostra presenta approcci e soluzioni progettuali molto diverse, eppure tutte le proposte condividono alcuni tratti comuni: il coinvolgimento delle comunità locali nella pianificazione, l’introduzione di impianti di produzione di energia sostenibile – concepiti non solo come dispositivi funzionali ma anche come elementi espressivi – e la coesistenza di più funzioni all’interno di uno stesso sistema, dalla cultura alla residenza, dall’istruzione all’intrattenimento.

    L’allestimento offre la possibilità di utilizzare alcuni dispositivi di comunicazione interattiva, come ad esempio uno stereo-visore per la realtà aumentata che permette una singolare visione del modello di “A Liminal Blur”, il progetto di Mack Scogin Merrill Elam Architects per Mexicantown, e un dispositivo basato sulla tecnologia Microsoft HoloLens con il quale è possibile sperimentare una anteprima approfondita del Centro per la realizzazione, la conoscenza e l’innovazione progettato da Greg Lynn per l’area di Packard Plant.

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