Adolfo Natalini: il Museo dell’Opera del Duomo a Firenze

Luogo: Firenze, Italia
Cliente: Opera di Santa Maria del Fiore, Firenze.
Progetto: Natalini Architetti con Guicciardini Magni Architetti
Progetto illuminotecnico: Massimo Iarussi
Fotografie di Mario Ciampi
Testo e immagini sono stati gentilmente forniti da Natalini Architetti

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Riordino ed estensione del Museo della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze
Natalini Architetti con Guicciardini Magni Architetti

Descrizione del progetto | architetto Adolfo Natalini

Il Museo della Cattedrale di Santa Maria del Fiore è situato in un complesso di edifici di proprietà della Cattedrale fin dal 1296.
Nel corso dei secoli questi spazi sono stato utilizzati come depositi per i materiali e per le opere scultoree rimosse da vari monumenti fiorentini, (in uno dei cortili Michelangelo scolpì la statua di David). Nel 1778 lo spazio a disposizione venne dimezzato in seguito alla cessione della corte settentrionale che successivamente divenne la sede del “Teatro degli Intrepidi”, a sua volta chiuso e trasformato in garage all’inizio del ventesimo secolo.

Il museo, inaugurato nel 1891, contiene da sempre statue e manufatti appartenenti alla Cattedrale, al Battistero e al Campanile di Giotto. Nel 1997 l’edificio dell’ex teatro, poi garage, è stato riacquistato al fine di estendere il museo esistente.

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L’obiettivo è stato di rinnovare e unificare il museo esistente con la sua estensione, per una superficie totale di oltre 5000 mq.
Le opere d’arte sono state disposte in accordo con i temi di riferimento richiamando il loro contesto originario nel quadro di un allestimento evocativo. E ‘stato deciso che ogni opera d’arte avrebbe dovuto quindi rivelare le ragioni della sua concezione nel contesto del culto e della fede.

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Nel 1296 Arnolfo di Cambio intraprese la costruzione della nuova facciata del Duomo secondo una concezione tipica dell’antichità classica, che vedeva architettura e scultura come parte di un progetto unitario. Il risultato è stato il più grande monumento di Firenze.
La facciata di Arnolfo fu demolita intorno al 1587 “perché non era più di moda” e solo nel 1887 il nuovo prospetto venne completato dopo numerose proposte e concorsi.

Nel nuovo museo è stata ricreata la facciata originale di Arnolfo di Cambio con un modello in scala 1:1. Il modello è stato realizzato sulla base di un disegno di Bernardino Poccetti, attraverso ricerche approfondite e analisi di testi di architettura, mediante lo studio di frammenti lapidei oltre che da confronti con edifici dello stesso periodo.
L’enorme modello della facciata è costruito fino al primo ordine con elementi architettonici realizzati con un composto di resina e polvere di alabastro collegati a una struttura in acciaio montata sulla parete nord dell’ ex Teatro degli Intrepidi. Denominato “Sala del Paradiso” lo spazio è stato trasformato in un teatro dell’architettura che forma un palcoscenico permanente dal quale le sculture originali possono recitare la loro parte dalle loro posizioni originali, creando l’ambiente ideale per accogliere le loro relazioni mutevoli e il dialogo con il visitatore.

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Contrariamente alla pratica usuale, secondo la quale copie delle statue cono collocate all’interno del monumento originale, qui le sculture originali sono collocate in una riproduzione dell’architettura. Tutta la composizione è immersa nella luce naturale che proviene dall’alto, e si ispira al celebre dipinto su tavola con cui Brunelleschi dimostrò le regole alla base della prospettiva lineare, rappresentando il Battistero visto dalla porta centrale della cattedrale di Arnolfo.

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La facciata rivolta verso il modello è rivestita in marmo bianco ed è scandita da una trentina di “finestre” e da tre enormi vetrine, due delle quali contengono le porte del Battistero di Lorenzo Ghiberti mentre la terza ospiterà la porta di Andrea Pisano che verrà installata nel 2018.
Dietro la facciata si estendono tre gallerie disposte su tre piani che ospitano le antiche statue provenienti dalla Torre della Campana, e i modelli in legno storici della facciata della Cattedrale. Attraverso le “finestre”, le statue delle gallerie si collegano visivamente con quelle della facciata ricostruita; in tal modo i visitatori sono partecipi di in una rappresentazione architettonica epica, che presenta le opere d’arte provenienti dal Duomo e dal Campanile in modo coinvolgente e intelleggibile.

La Cupola del Brunelleschi può essere vista dalla sala a doppia altezza dedicata alla storia e alla tecnologia costruttiva della cupola.

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Il percorso del museo è costituito da un totale di ventotto sale, fra queste La Tribuna di Michelangelo contiene la Pietà con la sua storia tormentata. Danneggiata dallo stesso Michelangelo in un momento di frustrazione, è stata successivamente restaurata e, dopo essere stato trasferito da un luogo ad un altro, ha finalmente raggiunto il museo in cui abbiamo creato una collocazione  capace di offrirle lo spazio e la luce per la quale è stata creata.

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Il museo si conclude con un’uscita inaspettata alla sommità dell’edificio, dove una terrazza apre la vista verso il tamburo della cupola e verso tutta la città di Firenze, fino alle colline che la circondano.

Adolfo Natalini, Febbraio 2016

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Testo e immagini courtesy of Natalini Architetti  – www.nataliniarchitetti.com

Fotografie di Mario Ciampi


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