Daniel Libeskind, il museo CJM a San Francisco

Luogo: San Francisco, United States
Cliente: Contemporary Jewish Museum
Progetto architettonico: Studio Libeskind - New York
Strutture: Arup e OLMM
Facciate A. Zahner company
Testo di Riccardo Bianchini, Inexhibit
Foto gentilmente fornite dal Contemporary Jewish Museum
Per altri crediti: vedi didascalie

Contemporary Jewish Museum San Francisco Daniel Libeskind ext 01

San Francisco | L’architettura del Contemporary Jewish Museum di Daniel Libeskind

Introduzione
Il Contemporary Jewish Museum di San Francisco propone un approccio del tutto originale all’idea di cosa possa essere oggi un “museo ebraico”. Non si tratta infatti del classico museo dedicato a storia, tradizioni, eredità e cultura riferite ad un passato più o meno remoto, bensì di un centro espositivo dedicato alla creatività degli artisti ebrei nel 21° secolo.

Questa visione dinamica della relazione tra tradizione ed innovazione, tra eredità ed invenzione, è perfettamente rappresentata dallo stesso edificio del CJM, uno dei progetti più affascinanti dello studio guidato da Daniel Libeskind.

La sede del CJM nel centro di San Francisco è infatti formata sia da un edificio storico dei primi del Novecento, una ex centrale elettrica, che da un’espansione dichiaratamente contemporanea nella sua forma e nei suoi materiali. Come in molti progetti di Libeskind, l’architettura del CJM è profondamente connotata da significati e riferimenti simbolici.

Immagine sopra: Il Contemporary Jewish Museum San Francisco, vista esterna notturna da Yerba Buena Lane, foto © Bitterbredt, courtesy of CJM

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L’ingresso del museo visto da Jessie Square, foto © Bruce Damonte, courtesy of CJM

Contemporary Jewish Museum

Lo “jod”, vista esterna da Yerba Buena Lane, foto © Bruce Damonte, courtesy of CJM

“Chai, chet e jod”
Ecco dunque che il progetto del museo è basato su una precisa parola; una parola formata da lettere che, per la tradizione Ebraica, non sono semplici segni ma vere e proprie forze creative. La parola scelta da Libeskind come riferimento formale e concettuale è “L’ Chaim”, un tradizionale augurio ebraico che significa “Alla Vita”.
“Alla Vita” fa riferimento sia al ruolo che ebbe l’originaria stazione elettrica nel fornire energia alla città dopo il disastoso terremoto del 1906, sia alla ragion d’essere del museo, ovvero quella di far evolvere la cultura ebraica nel contesto del nuovo millennio.

Contemporary Jewish Museum San Francisco Daniel Libeskind chaim

La parola ebraica “Chaim”, composta dalle lettere chet e jod

Lo stesso Libeskind spiega in che modo ha utilizzato la parola Chai (Vita), composta dalle lettere “chet” ( ח ) e “jod” ( י), per dare significato e forma all’edificio del museo: “ Il “chet” dà continuità agli spazi educativi ed espositivi, mentre lo “jod” con le sue 36 finestre, funge da spazio per mostre, performance ed eventi speciali”. Fondamentalmente, il progetto di Libeskind è una continua celebrazione del dialogo tra due elementi: vecchio e nuovo, tradizione ed innovazione, vita ed arte.

L’architettura del CJM: creare un dialogo
Come accennato, questo museo di 6.000 metri quadrati, inaugurato nel 2005, è composto da due corpi architettonici visivamente distinti. La vecchia centrale elettrica è un edificio rettangolare in mattoni che ospita la hall d’ingresso, una caffetteria ed un centro didattico; una galleria espositiva e l’auditorium sono collocati al piano terra in un’ala adiacente. L’espansione è un volume articolato rivestito in acciaio inox blu che contiene uffici e laboratori al piano terra e gallerie espositive al piano superiore.

Contemporary Jewish Museum San Francisco Daniel Libeskind floor plan 1

 Contemporary Jewish Museum San Francisco – pianta di piano terra

Contemporary Jewish Museum San Francisco Daniel Libeskind floor plan 2

Contemporary Jewish Museum San Francisco –  pinata del primo piano

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Contemporary Jewish Museum San Francisco – sezione longitudinale

Ancora una volta la parola chiave è dialogo. Il corpo aggiuntivo con il suo rivestimento colorato e scintillante è incastonato nell’edificio in mattoni come un cristallo nella roccia; il suo aspetto si modifica in continuazione, cambiando in base alle diverse condizioni di luce e cielo, ed anche al diverso punto da cui lo si guarda. Gli interni del museo alternano spazi luminosi come la hall d’ingresso ad altri più intimi ed in penombra come l’auditorium.

La hall d’ingresso è un grande spazio a doppia altezza che mostra il tocco caratteristico di Libeskind nei volumi sfaccettati che rivelano l’intersezione tra l’edificio storico e la nuova espansione.

Contemporary Jewish Museum

Il Centro Shensen Welcome Center al CJM, foto © Bruce Damonte, Courtesy of CJM

Contemporary Jewish Museum, San Francisco

La hall d’ingresso del CJM, foto: a sinistra ©2008 Mark Darley, a destra © Bruce Damonte

Contemporary Jewish Museum

Il Centro didattico Sala Webb al CJM, foto © Bruce Damonte, courtesy of CJM

Contemporary Jewish Museum, San Francisco

Il Goldman Auditorium, foto ©2008 Mark Darley, Courtesy of CJM

La sala per le mostre speciali al primo piano dello “jod” è senza dubbio uno degli spazi più coinvolgenti del Contemporary Jewish Museum: un volume cubico ruotato su se stesso, candido all’interno, caratterizzato da 36 finestre romboidali che, esternamente, punteggiano il rivestimento in acciaio a scaglie. Il numero 36 è, ancora una volta, con svariati significati nella cultura ebraica e probabilmente Libeskind lo ha scelto come multiplo di 18, il numero connesso al Chai/Vita nella Cabala.

Contemporary Jewish Museum, San Francisco

Viste interne della La galleria Yud, dedicata a mostre especiali, foto: a sinistra ©2008 Mark Darley; a destra © Bruce Damonte

Contemporary Jewish Museum

Dettaglio del rivestimento di facciata in acciaio inox, foto © Bruce Damonte, courtesy of the CJM.


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Contemporary Jewish Museum – San Francisco
CJM Contemporary Jewish Museum San Francisco 01

Il Contemporary Jewish Museum (Museo Ebraico Contemporaneo) di San Francisco è un museo dedicato alla promozione di arte e creatività ebraiche moderne


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