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Il Museo Ebraico di Berlino di Daniel Libeskind, parte 2

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    Il Museo Ebraico di Berlino di Daniel Libeskind – Parte 2

    Osservando le piante del museo diventa evidente il motivo per cui Libeskind ha intitolato il suo progetto ” Between the Lines “. Due linee, una spezzata e l’altra completamente rettilinea si incrociano cinque volte; “I vuoti verticali definiti da pareti in cemento sono in corrispondenza dei punti di intersezione. Essi sono lasciati vuoti, non riscaldati e poco illuminati e rappresentano Ciò che non può mai essere esposto quando si tratta di storia ebraica di Berlino: l’umanità ridotta in cenere. (Daniel Libeskind, 2000).
    Il pavimento di uno dei vuoti è coperto dall’ imponente installazione “Shalechet” (Fallen Leaves, foglie cadute) di Menashe Kadishman, costituita da centinaia di volti ritagliati da piastre d’acciaio.

    Il “vuoto” con l’installazione “Shalechet” di Menashe Kadishman. © Jüdisches Museum Berlin, Schenkung von Dieter und Si Rosenkranz, Foto: Jens Ziehe

    L’esterno dell’edifico è ricoperto con una pelle di zinco-titanio nella quale sono ritagliate strette fessure che creano un disegno apparentemente casuale che in realtà è l’elaborazione grafica di una vecchia mappa di Berlino. I livelli di pavimento e le posizioni degli spazi interni non possono essere identificati dall’esterno.


    Un dettaglio della facciata. © Jüdisches Museum Berlin, Foto: Jens Ziehe.

    Le gallerie del museo ebraico ospitano la mostra permanente, ideata da Kenneth C. Gorbey e Nigel Cox, intitolata “due millenni di storia ebraica tedesca” che raffigura la storia degli ebrei in Germania dai tempi dei romani ai giorni nostri, così come mostre tmporanee.  Oltre ad essere una lunga narrazione in sé, la costruzione di Libeskind ospita anche opere site-specific, come la già citata installazione  “Shalechet” che sono parte integrante del percorso.

    Due immagini  delle mostre permanenti. Sopra: © Jüdisches Museum Berlin, Foto: Thomas Bruns. Sotto: photo © BitterBredt. Courtesy of Studio Daniel Libeskind

    The Glass Courtyard
    Nel 2007 Libeskind è stato incaricato  di progettare un nuovo spazio per ospitare eventi speciali, concerti musicali e spettacoli teatrali presso il Museo Ebraico di Berlino. L’esito è il “Glass Courtyard”, una struttura trasparente, realizzata in acciaio e vetro, ispirata alle  “Sukkah”, con una superficie di 670 metri quadrati, che racchiude la corte del  Kollegienhaus . Il progetto risolve il rapporto visivo e strutturale con l’edificio barocco vincolato del 1735. creando un volume indipendente , concepito come “autoportante, come una tavolo su quattro gambe.”. Allo stesso tempo, la nuova costruzione  con la sua trasparenza, non sovrasta l’aspetto delicato della Kollegienhaus, pur fornendo lo spazio flessibile desiderato.

    La Glass Courtyard. Sopra: photo © BitterBredt. Courtesy of Studio Daniel Libeskind. Sotto ed in mezzo: © Jüdisches Museum Berlin, Foto: Jens Ziehe

    L’Accademia
    Nel 2012 è stata realizzata l’Accademia, un’ ulteriore espansione, sempre su progetto di Daniel Libeskind, che ospita aree per la ricerca, per l’apprendimento e per servizi educativi, nonché per ospitare spazi per uffici.

    L’Accademia. Sopra: © Jüdisches Museum Berlin, Fotos: Jens Ziehe. Sotto: © Jüdisches Museum Berlin, Foto: Linus Lintner, 2012.

    DANIEL LIBESKIND – IL MUSEO EBRAICO DI BERLINO – PARTE 1

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