Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit
Le Residenze Citylife di Daniel Libeskind a Milano
CityLife è un progetto di sviluppo urbano realizzato a nord ovest del centro di Milano, fra Fiera Milano City e il parco Sempione. Il progetto comprende, fra altri, anche due complessi residenziali progettati l’uno da Daniel Libeskind e l’altro da Zaha Hadid.
Con una superficie abitabile di 38.000 metri quadrati e 307 appartamenti, il complesso progettato da Libeskind è formato da cinque edifici (altri tre sono in programma) alti fino a 59 metri.
I cinque blocchi, che seguono un andamento curvilineo, si organizzano intorno ad uno spazio centrale verde. Per allontanare il traffico veicolare dalla zona residenziale, le autovetture seguono un percorso ad anello collocato sul perimetro del complesso e, da qui, raggiungono l’autorimessa sotterranea posta subito al di sotto del piano stradale.
Vista ravvicinata di uno degli attici “Sky Villa”. Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit
Pianta del piano tipo. Immagine Studio Libeskind.
La superficie esterna dei volumi è una sequenza di piani disarticolati che accentuano la loro verticalità attraverso l’alternanza dei materiali, piastrelle in gres porcellanato giustapposte a fasce di frangisole in legno. Gli edifici incorporano anche una serie di soluzioni tecniche volte a incrementarne la sostenibilità, tra cui pannelli fotovoltaici e sistemi di riscaldamento e raffrescamento geotermici.
I tagli delle abitazioni variano dal piccolo bilocale al grande appartamento di quasi trecento metri, tutti con finiture di alta gamma (come il prezzo, prossimo ai 10.000 euro al metro quadro). Ai piani più alti di ogni blocco sono stati ricavati attici a doppia altezza, chiamati “sky villas”, completati da generose terrazze panoramiche.
Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit
Residenze CityLife Milano, planimetria generale. Immagine Studio Libeskind
Benché l’architettura del complesso sia tipicamente libeskindiana, con i pro e i contro del suo “decostuttivismo espressivo”, Libeskind ha dichiarato di avere voluto richiamare nel progetto alcuni riferimenti all’architettura tradizionale milanese. Il principale di questi è il grande cortile, posto al centro del complesso, ispirato alle corti chiuse delle case di ringhiera e delle cascine lombarde. Un riferimento appropriato in linea teorica che tuttavia appare un po’ forzato: nell’architettura tradizionale del nord Italia infatti il cortile condiviso non era solo un artificio per dare luce e aria alle abitazioni che vi si affacciavano, ma anche un luogo dove gli abitanti si potevano incontrare e uno spazio di gioco per i bambini. In questo caso, il riferimento alla corte va letto come una lontana suggestione, dato che le case di ringhiera e le cascine erano abitazioni popolari mentre Citylife è un progetto residenziale di lusso rivolto a una clientela borghese e facoltosa che, presumo, non amerebbe vedere bambini giocare a pallone e famiglie fare festa cucinando polenta e bruscitt sotto le finestre dei costosi appartamenti.
E’ comunque apprezzabile il tentativo di Libeskind di trovare un aggancio alla cultura architettonica locale, approccio che distingue il suo progetto da quello di Zaha Hadid che, seppur forse meglio riuscito da punto di vista puramente architettonico, è indifferente al contesto storico e urbanistico.
Studio Libeskind, le residenze CityLife a Milano. Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit
Sezione e prospetto. Immagini Studio Libeskind
Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit
Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit