Image courtesy Rotor
Grindbakken – Dok Noord 7, Ghent – Belgio (*) un progetto di Rotor collective
Presentazione di Inexhibit
Questo progetto del collettivo Rotor ci è sembrato particolarmente significativo poiché il loro intervento si è inserito nel processo di rifunzionalizzazione di un luogo “della memoria”, che ha perso la propria funzione originaria e viene restituito alla città di Gand.
Quella di Rotor è un’ operazione da “archeologi della contemporaneità” che lavorano sul corpo di una struttura in trasformazione procedendo attraverso piccoli ma potenti interventi di svelamento: i riquadri rossi lasciati dal colore del minerale di ferro, la cicatrice visibile su una delle pareti in calcestruzzo a testimonianza delle colate di cemento in più fasi, le tracce dei muschi che portano alla luce il profilo dei mucchi di ghiaia che per anni sono stati gli attori di questo paesaggio.
Grindbakken – Testo di Rotor, traduzione in italiano a cura di Inexhibit
Introduzione
Un nuovo progetto di pianificazione è stato disegnato per l’area del porto di Gand.
Alcune costruzioni dovranno scomparire, gli abitanti della riva incontreranno nuovi vicini e le attività già insediate dovranno fare posto alle nuove.
Secondo il nuovo piano la struttura in cemento armato del Grindbakken – utilizzata in passato per trasferire sabbia e ghiaia dalle imbarcazioni ai camion – deve essere trasformata in un’area multifunzionale accessibile al pubblico, attrezzata con impianto idrico ed elettrico e dipinta di bianco come una tela vuota per future attività. Quando ci è stato chiesto di presentare un primo intervento nello spazio abbiamo scelto di interferire con questo processo di rifunzionalizzazione e ridipintura. Abbiamo scelto e documentato specifiche aree di interesse e sono stati costruiti 36 telai sul posto per proteggere queste zone durante le operazioni di pulizia .
Images courtesy Rotor
Pigmentazione
Nessuno ha dipinto il riquadro che vedete: il colore rosso è dovuto a un’altra ragione. Come regola generale questi depositi erano utilizzati per immagazzinare ghiaia e sabbia ma in passato, in caso di necessità, erano utilizzati anche come magazzini per il ferro minerale. La breve presenza di questa sostanza ha lasciato un colore rosso vivo in alcuni dei depositi. Ma questo spiega solo una delle tante sfumature visibili su questo muro di cemento.
Images courtesy Rotor
Traccia di costruzione
Una cucitura attraversa l’intera parete. La colata del calcestruzzo per questo muro è avvenuta in due fasi: la prima parte ha fatto presa prima che il resto della cassaforma fosse pieno. La superficie sopra il segno di costruzione è in una condizione peggiore e contiene concentrazioni di inerti: sembra che il secondo versamento sia stato di qualità inferiore.
Foto di Eric Mairiaux – Image courtesy Rotor
Cumuli di materiali
La ghiaia veniva stoccata in cumuli. I modelli di crescita dei microorganismi ne rivelano la presenza Dato che i licheni bianchi presenti su questa parete crescono ad una velocità di circa 3 mm all’anno e che la loro dimensione attuale è di 5 centimetri si può stimare che i mucchi di ghiaia sono stati depositati qui per circa 15 anni.
Image Courtesy Rotor
(*) Grindbakken non è un progetto temporaneo ma rimane aperto al pubblico: non essendo protetto in alcun modo è uno spazio accessibile a tutti.
Negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare di diversi progetti che andranno in scena : progetti degli studenti, sessioni fotografiche, progetti artistici. Oggi è ancora possibile vedere l’intervento Grindbakken . (Rotor – Febbraio 2014)