Il Labirinto della Masone a Fontanellato
Fondazione Franco Maria Ricci
Tel. +39 0521 827081, email: labirinto@francomariaricci.com
https://www.labirintodifrancomariaricci.it/it/labirinto/homepage-labirinto/
Aperto tutti i giorni tranne i martedì, 1 gennaio e 25 dicembre (si consiglia la prenotazione)
Il Labirinto della Masone (anche noto come Labirinto di Franco Maria Ricci) a Fontanellato, non lontano da Parma, è un museo d’arte che comprende anche il labirinto più grande al mondo.
Sopra: la corte centrale del Labirinto della Masone a Fontanellato, Parma; foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
Storia
il Labirinto della Masone è stato fondato dall’editore, designer, e collezionista d’arte parmense Franco Maria Ricci (1937-2020), nei dintorni di Fontanellato, piccolo comune situato circa venti chilometri ad ovest di Parma. L’idea di creare il più grande labirinto al mondo venne suggerita a Ricci alla fine degli atti Ottanta dal grande scrittore argentino Jorge Louis Borges.
Inaugurato nel 2015, il centro comprende vari edifici – che ospitano la Fondazioen Franco Maria Ricci, un museo d’arte, sale per mostre temporanee, un caffé, un ristorante, una biblioteca e vari spazi per meeting ed eventi – insieme a un parco nel quale è stato realizzato il labirinto, esteso su otto ettari, da cui il centro prende il nome.
Architettura
Lo stile del complesso architettonico del Labirinto della Masone, progettato dall’architetto Pier Carlo Bontempi, è palesemente ispirato all’opera di architetti neoclassici del diciottesimo secolo come Étienne-Louis Boullée e Claude Nicholas Ledoux.
Insieme agli edifici in mattoni facciavista, il complesso, raccolto intorno a due grandi cortili porticati, comprende anche una torre panoramica e una costruzione piramidale il cui disegno ricorda quello del, mai realizzato, Cenotafio per Turenne di Bullée.
L’architettura del Labirinto della Masone, concepita da Pier Carlo Bontempi, si ispira a progetti iconici dell’architettura neoclassica settecentesca, come la famosa piramide del Cenotafio per Turenne di Étienne-Louis Boullée; foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
Il labirinto
Progettato dall’architetto e paesaggista Davide Dutto, il labirinto occupa un’area di otto ettari ed è costituito da circa ventimila piante di bambù di venti specie differenti; la specie più utilizzata è la Phyllostachys bissetii, una pianta di bambù alta fino a 7 metri che ben sopporta il rigido clima invernale della Valle Padana. Al momento della nostra visita, nel labirinto erano presenti alcune installazioni artistiche, anch’esse realizzate in bambù.
La visita al labirinto richiede da una alle due ore, a seconda di quanto rapidamente si trovi la via d’uscita. In caso di emergenza è possibile contattare un numero telefonico dedicato e ricevere assistenza o soccorso da parte del personale.
Labirinto della Masone, vista aerea; la pianta del complesso ricorda quella di alcune città ideali del Rinascimento come la cinquecentesca Palmanova in Friuli; immagine: courtesy of Fondazione Franco Maria Ricci.
Il museo d’arte
Il complesso del Labirinto della Masone accoglie anche la collezione d’arte privata di Franco Maria Ricci. Esposta al primo piano del complesso, la collezione comprende circa 500 pezzi – principalmente dipinti, sculture e oggetti di arte applicata realizzati tra il sedicesimo e il ventesimo secolo.
Una delle sale del museo; foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
Il programma del Labirinto della Masone include mostre temporanee, incontri, conferenze, presentazioni, attività didattiche, spettacoli teatrali e musicali ed eventi speciali.
Galleria delle immagini
Il labirinto di bambù visto dalla torre panoramica; foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
Complessivamente il percorso del labirinto è lungo 3 chilometri; foto © Federica Lusiardi/ Inexhibit.
Il labirinto è formato da venti specie di bambù, tra lquesti, il Phyllostachys vivax “Aureocaulis” è un bambù gigante che raggiunge un’altezza di 15 metri. Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
E’ necessaria circa un’ora e mezza per raggiungere l’uscita del labirinto; foto © Federica Lusiardi/ Inexhibit.
Una scultura in bambù dell’artista francese Fred Martin; foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
L’installazione “Interlocked” di Gunjan Tyagi; foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
L’uscita dal labirinto è identificata da una piccola torre circolare; foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
Due delle sale del museo che ospita la ricca collezione d’arte di Franco Maria Ricci; foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
Maurizio Bottoni, Memento Mori (Vanitas), 1950.
Una delle sale espone una serie di ritratti, realizzati da Tullio Pericoli, di vari autori internazionali che, nel tempo, sono apparsi sulle pubblicazioni di Franco Maria Ricci; a destra: una collezione di riviste e libri pubblicati da Ricci, tra cui numeri della celebre rivista d’arte bimestrale FMR; foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
La “Sala Calvino” accoglie anche una bellissima boiserie disegnata dall’architetto neoclassico Rodolfo Vantini nel 1844; foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
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