Photo copyright John Dowson
Il sito archeologico Romano di Chedworth – Feilden Clegg Bradley
“Mentre al contempo protegge i resti della Villa Romana di Chedworth, il meraviglioso edificio progettato per il National Trust dallo Studio Feilden Clegg Bradley ci permette di ottenere un’esperienza coinvolgente e un accessibilità ideale per I nostri visitatori”
Janet Gough, General Manager, National Trust
“Volevamo che l’archeologia Romana fosse la vera protagonista”
Feilden Clegg Bradley Studios
Introduzione di Riccardo Bianchini, Inexhibit
Quest’articolo presenta il progetto dello studio Feilden Clegg Bradley per il sito archeologico Romano di Chedworth, nel Gloucestershire: uno dei più importanti luoghi per la conoscenza della storia dell’Inghilterra, da quando i resti di una grande villa Romana – risalente al II secolo D.C. e progressivamente ingrandita sino al IV secolo – furono casualmente scoperti da un guardiacaccia nel 1864: da allora quello di Chedworth è considerato uno dei più importanti siti archeologici Inglesi e dal 1924 viene gestito dal National Trust.
In epoca romana la villa di Chedworth era probabilmente una grande fattoria collocata nell’affascinante paesaggio collinare delle Cotswolds: va sottolineato che, non lontano da Chedworth, un tempo sorgeva la seconda città per importanza della Britannia, dopo Londra, Corinium Dobunnorum ora conosciuta come Cirencester.
Il progetto dello studio Feilden Clegg Bradley è decisamente interessante sia per l’attenzione rispettosa al sito archeologico che per l’efficacia delle scelte formali e materiche operate.
Lontano da approcci di tipo mimetico così come da scelte formali fine a se stesse, il nuovo edificio, che ha funzioni conservative oltre che di servizio – in quanto centro divulgativo e didattico – si rapporta in modo discreto sia con gli scavi Romani che con la qualità del paesaggio circostante. Quest’alchimia viene raggiunta attraverso un abile approccio che coniuga i requisiti funzionali con le scelte accurate dei materiali. L’esito è un luogo affascinante nel quale convergono i ritrovamenti, un insieme vivace di attività didattiche, le qualità paesistiche e l’architettura.
Sopra: la Villa con le Cotswolds sullo sfondo, copyright John Dowson
Sotto: l’estensione dell’Impero Romano nel IV secolo DC, copyright Inexhibit magazine
Relazione di progetto di Feilden Clegg Bradley Studios
Introduzione
La villa romana di Chedworth è un sito archeologico protetto, situato in un area di eccezionale qualità paesistica nel cuore dell’aerea delle Cotsworlds. Il National Trust ha incaricato lo studio Feilden Glegg Bradley del progetto architettonico volto a conservare i resti archeologici e a migliorare l’esperienza di visita ad una delle più grandi ville dell’Inghilterra Romana. Il sito conta oltre un chilometro e mezzo di murature romane, terme, ipocausti, una fontana e numerosi mosaici ritenuti al livello di quelli di Pompei.
I capanni protettivi costruiti in epoca Vittoriana non fornivano una protezione adeguata ai delicati resti archeologici. Le tende in plastica realizzate come protezione d’emergenza dalle intemperie mal si inserivano nel paesaggio naturale circostante e anche l’accesso al sito era inadeguato, rendendo estremamente difficile ad alcuni visitatori la vista dei mosaici.
Il nostro nuovo edificio , collocato nell’ala ovest della villa, ora protegge la parte più significativa dei resti archeologici. Una nuova area d’ingresso e il centro didattico permettono ora un notevole miglioramento dell’esperienza complessiva della visita.
Foto copyright John Dowson
Concept
La collocazione rurale del sito, unita alla convinzione che l’archeologia Romana dovesse rimanere l’assoluta protagonista, hanno ispirato il nostro approccio formale e materico al nuovo edificio.
Abbiamo così deciso di realizzare un edificio che generasse un contesto il più possibile neutro. Attraverso una progettazione esecutiva rigorosa abbiamo cercato di eliminare tutti gli elementi – ad esempio canali di gronda e serramenti – che potessero distrarre il visitatore e rappresentare un disturbo visivo.
Sopra: schizzi di progetto, copyright Feilden Clegg Bradley Studios
Sotto: foto copyright John Dowson
Il contesto
Il rilievo planimetrico ci ha mostrato che le opere realizzate in epoca Vittoriana a fini conservativi erano ormai inadeguate e che i ripari protettivi non fornivano più un l’efficacia necessaria. Il National Trust desiderava che adottassimo un approccio nuovo al tema e fornissimo nuove possibilità di apprendimento e di visita.
Il committente voleva che il nuovo edificio aggiungesse un nuovo livello alla storia straordinaria della villa romana di Chedworth, a partire dalla posa della prima pietra nel II secolo dopo Cristo e dalla riscoperta nell’Inghilterra Vittoriana nel 1864.
Ora che il progetto, del costo di 2,2 milioni di sterline, è stato completato, i resti romani sono meglio protetti da un nuovo involucro rappresentato da un volume leggero, volutamente neutro e astratto nel suo aspetto. Oltre al nuovo involucro protettivo, anche il vecchio centro visitatori di epoca Vittoriana è stato riprogettato ed i lavori sull’intorno hanno migliorato gli accessi e l’inquadramento paesistico della villa.
Sopra: Planimetria, copyright Feilden Clegg Bradley Studios
Sotto: photo copyright John Dowson
L’approccio progettuale
Il nuovo edificio si appoggia delicatamente sulle fondazioni romane esistenti. La struttura è formata da un insieme di parti prefabbricate, connesse da una griglia di elementi in legno di misura adeguata, in modo da non richiedere fissaggi diretti alle murature della villa. La struttura è autoportante e può essere facilmente smontata ed adattata alle eventuali future esigenze conservative ed interpretative.
Un involucro esterno in legno svolge in modo semplice ed espressivo le funzioni di riparo. Era per noi importante evitare di evocare una ricostruzione della villa Romana, così il nuovo corpo richiama invece una giustapposizione di vecchio e nuovo.
I visitatori ora possono accedere ad un parte assai più ampia del sito ed il pubblico può vedere ampie parti di mosaico per la prima volta dalla loro scoperta.
Passerelle sospese alle travi migliorano ulteriormente l’esperienza della visita, permettendo alle persone di camminare pochi centimetri al di sopra dei mosaici, quasi replicando i passi dei loro avi Romani.
Sopra: foto copyright John Dowson
Sotto: foto copyright Integral Engineering & National Trust
Materiali
Intonaco d’argilla, arenaria e legno sono stati i principali materiali scelti per coniugare antico e moderno, con solo qualche elemento in calcestruzzo per le parti meno rilevanti del sito.
Il nuovo involucro elimina gli effetti ambientali che in precedenza minavano i mosaici romani, adottando una membrana impermeabilizzante ricoperta da travetti in larice. Questi travetti sono stati forniti dal National Trust e, col tempo, acquisiranno un colore che si armonizzerà con quello dalla pietra locale. Essi danno una tessitura leggermente irregolare alla facciata e si accordano al bellissimo paesaggio circostante.
Abbiamo anche introdotto persiane scorrevoli in legno per le parti vetrate in modo da controllare il soleggiamento, studiati in modo da evitare che il sole basso sull’orizzonte potesse danneggiare i mosaici.
Questo aiuta di a mantenere condizioni climatiche stabili per le parti archeologiche pur permettendo ai visitatori di vedere dentro e fuori l’edificio. Un sistema di griglie meccanizzate mantiene livelli costanti di ventilazione, permettendo all’edificio di “respirare” in accordo con i requisiti di conservazione.
Sopra: foto copyright John Dowson
Sotto: foto copyright National Trust
Sostenibilità
La struttura in legno lamellare è stata realizzata usando larici di provenienza Inglese, così da ridurre l’impatto ambientale connesso al trasporto. I pannelli di tamponamento hanno struttura in legno dolce certificato FSC con le facce esterne in compensato. Tutti gli elementi di rivestimento in legno, incluse le persiane scorrevoli ed i rivestimenti esterni sono realizzati in larice non trattato, proveniente da alberi cresciuti nella foresta di Ashridge nello Hertfordshire, di proprietà del National Trust. Sono stati scelti in quanto essenza autoctona che non richiede trattamenti protettivi, essendo naturalmente resistente agli agenti atmosferici con una durata d’uso prevista di 40 anni.
Il nuovo centro educativo riutilizza le travi in legno dei due edifici vittoriani che ha rimpiazzato.
Gli elementi nuovi della struttura, come le colonne, sono in larice Inglese, invecchiato in modo da accordarsi con il legno di recupero. Il riscaldamento è ottenuto attraverso una pompa di calore ad aria.
Sopra e sotto: foto copyright John Dowson