A Roskilde, un padiglione temporaneo in legno

Luogo: Roskilde, Denmark
Progetto:
Simon Hjermind Jensen
SHJWORKS Architectural team
Immagini e testo di Simon Hjermind Jensen / SHJWORKS Architectural team
Copenhagen - Denmark
http://shjworks.dk/

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Copyright SHJWORKS – foto Lasse Ryberg.

The Velvet State
testo di SHJWORKS (trad. italiana a cura di Inexhibit)

The Velvet State, realizzato in occasione del Roskilde Festival 2013,  nasce dall’ambizione di unificare performance artistiche e architettura in un unico processo creativo. Il nucleo del progetto è emerso dal continuo dialogo fra performers e architetti, fondendo le due discipline in un unico universo. Il progetto esplora l’idea di una “società sensoriale”, una nuova società nella quale sia centrale la percezione poetica del mondo.
La struttura copre un area di 794 metri quadrati con un’altezza massima di 7 metri. L’insieme è formato da sette “corpi” (The Ring, The Stage, The Ridge, The Reactor, The Barn, The Dressing Room eThe Courtyard) disposti in modo da formare un cortile interno.
Tutte le parti sono state realizzate con fogli di compensato assemblati fra loro mediante  fascette in policarbonato fissate con viti e bulloni.

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Copyright  SHJWORKS – foto Simon Hjermind Jensen.

Ogni parte è stata disegnata sulla base della stessa curva catenaria ed è formata da una serie di sezioni basate su variazioni di  tale curva. In questo modo ogni elemento possiede qualità formali e spaziali proprie e, allo stesso tempo, è componente di un unica entità più grande.

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Foto: a sinistra Simon Hjermind Jensen;  a destra Christian Bøcker Sørensen – Copyright  SHJWORKS.

I gusci in compensato costituiscono sia l’ involucro che il supporto strutturale. Lo spessore del compensato utilizzato varia fra i 12 e i 4 mm: il maggiore è stato usato per la base, il minore per le parti superiori. Ogni guscio è stato curvato singolarmente e l’insieme ha formato la struttura di supporto dell’intero progetto. I gusci sono stati fissati a una piattaforma di base a sua volta ancorata al terreno.
Uno degli scopi del progetto architettonico era di capire come variazioni di una stessa curva potessero creare  una forma interessante ed inoltre testare il concetto strutturale e il metodo di assemblaggio su larga scala.

Le performance eseguite nella stuttura sono state ispirate dal concetto di “rito di iniziazione”, teorizzato dall’antropologo  Arnold Van Gennep agli inizi del ‘900. Di conseguenza il cortile interno dove la “società sensoriale” viene simulata dalle performance artistiche è accessibile solo attraverso tre “soglie” concepite in modo da ri-evocare questo rito.

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Copyright  SHJWORKS – foto Christian Bøcker Sørensen

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Copyright  SHJWORKS – foto: a sinistra Lasse Ryberg ; a destra Christian Bøcker Sørensen.

Il palco non aveva una forma convenzionale: era alto solo 30 cm. ed era aperto su due lati così da permettere ai performers  di rivolgersi facilmente sia verso l’esterno, ovvero verso il festival, che verso lo spazio intercluso.
Le performance sono state sviluppate dal dialogo fra Fiction Pimps (DK) e Collective Unconscious (UK), e dirette da  Inga Gerner Nielsen.

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Le  fasi della costruzione – Copyright  SHJWORKS


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