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Istanbul | Il progetto Yenikapi di Peter Eisenman

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    Peter Eisenman e il curatore Maurizio Bortolotti all’apertura della mostra. Foto Inexhibit

    Yenikapi Project, Istanbul

    Venerdì 5 giugno 2014, nello spazio espositivo Zuecca Space Project a Venezia è stata inaugurata la mostra dedicata alla presentazione di Yenikapi Project.
    La mostra è uno degli eventi collaterali della 14ma biennale di architettura.
    Abbiamo partecipato all’inaugurazione e incontrato Peter Eisenman, autore del progetto insieme a Aytac architects. Eisenman è anche autore del progetto di allestimento della mostra.

    Vista aerea del corpo A del complesso museale e della piazza. La stazione Marmaray è sulla destra. Immagine di Parsa Khalili. Courtesy Eisenman Architects e Aytac Architects

    Il progetto

    Il progetto Yenikapi ha avuto origine da un’ eccezionale ritrovamento. Nel 2004, nel corso di lavori di scavo per la realizzazione di un tunnel sotterraneo che collega il lato europeo con quello asiatico di Istanbul, sono state individuate le tracce di un sito archeologico dal quale sono emersi reperti  di epoca neolitica, tracce di un porto Bizantino, resti di strutture ottomane e 35 relitti di imbarcazioni. A seguito degli straordinari ritrovamenti è stato organizzato un concorso di architettura al fine di identificare la soluzione migliore per la pianificazione dell’intero sito. Fra le proposte presentate è stato scelto il progetto di Peter Eisenman e Aytac architects. Il progetto,  che si confronta con il tema a differenti scale; la scala urbana, quella del sito e la dimensione architettonica, include un parco, il nodo della stazione e un grande museo archeologico.

    Sopra: il modello del progetto. Sotto a sinistra: vista aerea di Yenikapy al tramonto. Immagine di Moka-studio. Courtesy Eisenman Architects e Aytac Architects. Sotto a destra: vista della galleria dei relitti nell’ edificio B del museo guardando a nord verso il parco archeologico. Courtesy Eisenman Architects e Aytac Architects.

    Il progetto si fonda su una accurata analisi delle stratificazioni che interessano il sito, ovvero sulla gestione di differenti piani di lettura: storico, urbano e sociale . L’analisi ha permesso di identificare due sistemi di griglie dalle quali Eisenmann ha ricavato un  articolato sistema di riferimento.

    Due schemi grafici di Peter Eisenman

    Sopra a sinistra: vista dello Yenikapy Transfer Point e del parco archeologico. Courtesy Eisenman Architects e Aytac Architects. Sopra a destra: papier maquette del progetto. Sotto: Il piano di accesso della parte A dell’ edificio museale

    Come già accennato, uno degli aspetti più interessanti del progetto è la capacità di risolvere il tema tenendo sotto  controllo scale progettuali così differenti: dall’ esposizione dei reperti all’interno delle gallerie del museo alla scala urbana. Abbiamo chiesto a Peter Eisenman come ha immaginato il rapporto fra l’interno e l’esterno dell’edificio  e in particolare come pensa che il visitatore possa percepire la complessità del progetto dall’interno del museo.

    Peter Eisenman: “…è una domanda interessante. Vorrei che il visitatore dall’interno del museo percepisse lo spazio esterno come se (il visitatore) fosse fuori  e che dall’esterno percepisse l’interno come se fosse dentro il museo.” …  “quindi pensando in qualche modo ad uno spazio speculare.” … “Ho cercato di applicare lo stesso principio anche all’allestimento della mostra.”

    Vista della sala  dei relitti dell’edificio B guardando a nord verso il parco archeologico. Immagine di Parsa Khalili. Courtesy Eisenman Architects e Aytac Architects.

     

    La mostra

    La mostra  è concepita per rappresentare il progetto seguendo lo stesso approccio ad una scala più piccola. Eisenman ripropone gli stessi patterns ruotati che hanno generato il progetto Yenikapi , e crea  aperture, sia reali che virtuali, nelle stanze della mostra: ad esempio introducendo un taglio verticale per suggerire una frattura nell’involucro , e collocando una proiezione video del Bosforo sulla parete  opposta all’ingresso, affacciato sul canale della Giudecca,  evocando in tal modo il legame fra Istambul e Venezia.

    Foto Inexhibit

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