Milano | L’inafferrabile Ugo La Pietra
Organizzazione: Triennale Design Museum, Milano
Progetto di allestimento: Ugo La Pietra
Progetto grafico: POMO
Videoinstallazioni: Lucio La Pietra
Milano | Ugo La Pietra al Triennale Design Museum
Si è aperta il 26 novembre alla Triennale di Milano, “Ugo La Pietra. Progetto disequilibrante”, una bella mostra retrospettiva sul lavoro di ricerca di Ugo La Pietra, dal 1960 ad oggi.
Architetto, designer, artista, artigiano, musicista, grafico, docente, non è possibile racchiudere in una definizione univoca il lavoro di questo progettista, che in 50 anni di ricerca – forse è questo l’unico termine che può sintetizzare la sua multiforme attività – ha ostinatamente percorso le strade meno battute e che ha da sempre considerato l’alternativa come campo d’azione. La specificità del suo percorso, il non essere “allineato” in tempi nei quali i designer si riconoscevano unicamente nel design industriale hanno tenuto ai margini la sua ricerca.
Dice Silvana Annicchiarico, direttrice del Triennale Design Museum: “questa mostra si inserisce in un percorso tracciato dal museo, che rivendica una ricerca volta a rivalutare i non allineati, gli eretici, i sommersi, i dimenticati…”
La mostra è curata da Angela Rui che nei mesi di preparazione della retrospettiva si è trovata a gestire e dare ordine ad una imponente quantità di materiali: disegni, oggetti, grafica, video, progetti e prototipi. Una mole di cose che nella mostra è simbolicamente rappresentata da una lunga parete formata da scatole di cartone, ognuna con la propria etichetta: i miei fiori, la mia collezione di fischietti, le mie ceramiche… nella quale Ugo La Pietra ha aperto varchi nei quali ha allestito piccoli teatri poetici.
La mostra, suddivisa in sezioni tematiche, è un percorso sorprendente: dalle ricerche sulla percezione dello spazio ad “abitare la città”, nella quale è presentata la stagione delle esperienze “situazioniste” realizzate nella Milano degli anni ’70; da “Interno disequilibrante”, con i prototipi di mobili decostuttivisti che sembrano scardinare le consuetudini di fruizione dello spazio domestico, alla sezione “controcampo: sperimentare itinerari sommersi”. Qui, in una grande sala nella quale sono allineate famiglie di oggetti suddivisi per gruppi geografici è squadernato il risultato del lavoro più noto di La Pietra, ovvero la ricerca sul campo volta alla valorizzazione della produzione artigianale.
Questa felice intuizione, che sfocerà in quello che è stato definito “design territoriale”, in qualche modo preannuncia con decenni di anticipo il fenomeno a cui assistiamo in questi anni, che vede nello sviluppo della piccola produzione una alternativa praticabile per il mondo della progettazione e della produzione creativa.
Foto di Federica Lusiardi, Inexhibit
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