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La Tianjin Binhai Library di MVRDV. E’ questa la biblioteca del futuro?

  • Tianjin Binhai Library MVRDV 01

    L’interno della Tianjin Binhai Library; foto © Ossip van Duivenbode

    La Tianjin Binhai Library di MVRDV. E’ questa la biblioteca del futuro?

    Una gigantesca sfera giace nel mezzo di un atrio candido e futuribile all’interno della Tianjin Binhai Library, la nuova biblioteca progettata da MVRDV.
    Completata nel 2017, la biblioteca di 33.700 metri quadrati è il pezzo forte di un grande progetto di espansione urbana, che comprende altri quattro edifici culturali, della città di Tientsin, che qualcuno forse ricorderà per essere stato il solo possedimento coloniale italiano in Cina.

    La biblioteca è un edificio introflesso di cinque piani formato da una sequenza di balconate sovrapposte che circondano una grande sfera diafana di 21 metri di diametro. Ribattezzata l’Occhio, la sfera contiene un auditorium da 82 posti il cui rivestimento esterno traslucido si trasforma ciclicamente in una  superficie multimediale grazie ad una serie di schermi LED curvi. Le balconate che la circondano costituiscono di fatto le sale di lettura principali, oltre che il deposito libri della biblioteca (che può contenere fino a un milione e duecentomila volumi), e formano inoltre spazi di socializzazione e sedute da cui si può contemplare la stupefacente architettura.

    L’atrio della Tianjin Binhai Library; foto © Ossip van Duivenbode

    La sala di lettura è sormontata da un oculo che rinforza la sensazione che l’edificio di MVRDV abbia qualcosa in comune con una chiesa barocca in cui l’apertura sommitale conclude uno spazio convesso, viene in mente Sant’Ivo alla Sapienza di Borromini.*

    La cupola di Sant’Ivo alla Sapienza di Francesco Borromini (1642-1660); foto Architas (CC BY-SA 4.0).

    Questo parallelo è ulteriormente rinforzato da un’altra circostanza curiosa; come nei Trompe-l’oeil di cui le architetture manieriste e barocche abbondano, I libri sui ripiani superiori sono in realtà immagini stampate su pannelli in alluminio, a imitare volumi reali che non potrebbero mai stare lì, per il semplice fatto che quei ripiani sono inaccessibili.

    In effetti, lo studio olandese si lamenta che la realizzazione della Tianjin Binhai Library non ha rispettato completamente il progetto originale: “I tempi stretti hanno obbligato a rinunciare ad uno degli elementi essenziali del progetto: l’accesso agli scaffali superiori attraverso sale poste dietro l’atrio. Questa modifica, decisa a livello locale e contro il parere di MVRDV, ha reso impossibile accedere agli scaffali più in alto. Il progetto complessivo della Tianjin Library deve ancora essere realizzato.”  MVRDV.

    Gli scaffali superiori non contengono veri libri ma dei simulacri stampati su pannelli forati in alluminio; foto © Ossip van Duivenbode.

    Un’altra differenza tra il progetto originario e l’edificio realizzato è che l’“Occhio” era inizialmente pensato come un enorme specchio sferico, inteso a creare un complesso gioco di rimandi visivi con l’architettura dell’atrio, mentre quello effettivamente realizzato è una sorta di enorme uovo di struzzo che quando, per fortuna raramente, si ricopre di video e motivi digitali colorati fa  assomigliare l’intero atrio a una discoteca degli anni Settanta.

    Nel progetto originario di MVRDV, l’auditorium era contenuto in una sfera specchiante, mentre la sfera realizzata è avvolta da un assai meno interessante superficie multimediale ricoperta di schemi LED; rendering di MVRDV, foto © Ossip van Duivenbode.

    Oltre all’enorme atrio / sala di consultazione, l’edificio contiene anche sale di lettura secondarie, spazi per attività didattiche, depositi, archivi, sale riunioni, uffici e una mediateca.
    L’idea, alla base del progetto di MVRDV, condivisibile o meno ma sicuramente interessante, è che una biblioteca moderna non debba essere “solo” uno spazio per il silenzio e la concentrazione solitaria ma anche, forse soprattutto, un luogo di socializzazione e condivisione. “L’Occhio è il cuore della biblioteca. Esso “crea un vuoto” nell’edificio e costituisce, insieme agli scaffali gradonati, un ambiente in cui sedersi, leggere, passare il tempo piacevolmente, muoversi e vivere uno spazio organico dove socializzare.”  Winy Maas.

    Schema funzionale della parte inferiore dei gradoni e una vista degli scaffali terrazzati; immagini MVRDV e © Ossip van Duivenbode

    Nel complesso, benché visivamente potente e magistralmente modellata, questa biblioteca conferma la tendenza ad un monumentalismo un po’ fine a se stesso che oggi è rintracciabile soprattutto nel progetto di edifici pubblici, in particolare in Asia e nel Medio Oriente, ma anche negli Stati Uniti e in Europa (si veda il caso della Biblioteca di Birmingham).
    La domanda è: ha davvero senso dotare una megalopoli di 12 milioni di abitanti di un’ enorme biblioteca quando sarebbe forse più ragionevole costruire venti biblioteche di quartiere?

    Non mettiamo in discussione l’indubitabile qualità del progetto di MVRDV e il fatto che, se fosse stato realizzato come previsto, nell’insieme l’edificio avrebbe forse restituito quel bilanciamento tra inventiva formale e funzionalità che oggi gli manca. Ma, più che “la biblioteca del futuro” come qualcuno l’ha definita, questo edificio somiglia a un mausoleo, un enorme monumento funebre in memoria dei libri.

    * Nel complesso, la Tianjin Binhai Library è ricca di rimandi alla creatività degli architetti del passato, in particolare del Settecento; dal Teatro di Besançon di Claude-Nicolas Ledoux con il suo famoso disegno concettuale dell“occhio” cui il globo di MVRDV, inquadrato dall’apertura ovoidale in facciata, pare una citazione, alla sfera del Cenotafio a Newton di Étienne-Louis Boullée. Ma, nel lavoro di Winy Maas, che ha diretto il progetto della biblioteca per MVRDV, non mancano elementi decisamente più “pop”. Solo a me la forma dell’atrio ricorda una scena dei “predatori dell’Arca Perduta” di Spielberg? Intendo quella in cui il coperchio dell’Arca dell’Alleanza esplode verso il cielo “aprendo” le nubi? Oppure nella memoria di Maas è rimasta una traccia delle terrificanti immagini dei test nucleari della Guerra Fredda? Si potrebbe continuare a lungo e in fondo l’architettura è sempre un gioco di rimandi e citazioni, intenzionali o meno.

    Étienne-Louis Boullée, Cenotafio a Isaac Newton, 1784; immagine: Le Salon de la Mappemonde (CC BY-ND 2.0).

    Claude-Nicolas Ledoux, “Occhio che contiene il Teatro di Besançon”, ca. 1800; imamgine via Wikimedia Commmons.

    La facciata principale della Tianjin Binhai Library (foto © Ossip van Duivenbode)

    Quanto l’architettura contemporanea è influenzata dalla cultura pop?  Dall’alto in basso: un’immagine da un documentario sovietico sull’esplosione della Bomba Zar (1961) e una vista della Tianjin Binhai Library di MVRDV (foto © Ossip van Duivenbode).

    Tianjin Binhai Library, schema concettuale, sezione longitudinale e pianta del secondo piano; immagini: MVRDV

    La sala di lettura principale della biblioteca; foto © Ossip van Duivenbode

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