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Villa Barbaro a Maser – un capolavoro del Rinascimento tra Palladio e Veronese

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    La facciata principale della Villa di Maser, disegnata da Palladio alla metà del Cinquecento, è caratterizzata da un corpo centrale  fiancheggiato da due eleganti barchesse; le sculture sono opera di Alessandro Vittoria; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    Villa Barbaro a Maser – un capolavoro del Rinascimento tra Palladio e Veronese

    Unanimemente considerata uno dei capolavori del Rinascimento Italiano, Villa Barbaro a Maser, anche nota oggi semplicemente come Villa di Maser, è un edificio cinquecentesco situato ai piedi delle colline trevigiane, progettato da Andrea Palladio e decorato con affreschi di Paolo Veronese.

    Storia della villa
    L’edificio, che si trova nei pressi del piccolo paese di Maser, non distante da Asolo, venne progettato da Palladio intorno al 1550 su commissione dei fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro, esponenti di una delle più influenti famiglie veneziane dell’epoca.
    Collocato al centro di una vasta tenuta agricola, come molte altre ville dell’entroterra veneto l’edificio aveva infatti una duplice vocazione: da un lato era il centro nevralgico di un’azienda fiorente che produceva vino e altri prodotti agricoli, e dall’altro era un luogo di riposo, svago e intrattenimento culturale per i suoi proprietari.
    Dopo alterne vicende la villa fu acquistata prima dalla famiglia Giacomelli, che promosse il suo restauro alla metà dell’Ottocento e poi, nel 1934, da Giuseppe Volpi di Misurata, che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la aprì al pubblico, primo caso tra le ville venete. Il complesso della villa e della sua tenuta sono ancora oggi di proprietà dei suoi eredi.

    Informazioni sul percorso di visita e sui restauri in corso
    Il complesso, formato dalla villa e dai giardini, è oggi parzialmente aperto al pubblico; sono esclusi dal percorso di visita solo le stanze abitate dai proprietari e gli ambienti a destinazione produttiva.
    E’ possibile dunque visitare le sale decorate da Veronese al primo piano del corpo principale, il bel giardino all’italiana e le serre, una delle quali è anche utilizzata come spazio espositivo.
    Sono inoltre aperti al pubblico lo spazio bookshop e il negozio-enoteca.
    E’ in previsione l’apertura di un nuovo spazio, che ospiterà vari servizi al pubblico, all’interno dell’edificio restaurato delle scuderie. Grazie e un finanziamento del PNRR sono in corso il restauro del ninfeo e quello dei giardini mentre è in programma la creazione di un orto dove verranno coltivati ortaggi antichi. Come detto, la Villa di Maser è parte di una tenuta agricola di 230 ettari che, tra le altre cose produce vini rossi e bianchi IGT, DOC e DOCG tipici del territorio asolano. La villa viene occasionalmente concessa per eventi culturali, concerti e mostre.

    La villa si affaccia su un giardino all’italiana e sul panorama della pianura trevigiana con in primo piano i vigneti appartenenti alla proprietà; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    Dal portico orientale una semplice scala a doppia rampa conduce al primo piano della villa; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    La compresenza di architettura aulica, di parti più “domestiche” e di corpi di servizio ricorda che la Villa di Maser è stata fin dalla sua nascita ed è ancora oggi il cuore di una grande azienda agricola; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    Una delle sale afrfescate da Veronese al piano nobile della villa con una esposizione dei vini prodotti dalla tenuta; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    La nostra visita
    Abbiamo visitato la Villa di Maser all’inizio di novembre, un periodo in cui è aperta nel fine settimana.
    La Villa si trova facilmente a margine della SP 84, la bella strada che serpeggia lungo il confine tra collina e pianura trevigiana. Da un parcheggio gratuito si raggiunge a piedi il complesso con un breve percorso in leggera salita.
    La prima cosa che consigliamo è di non limitarsi alla visita delle sale più note, ovvero quelle all’interno dell’edificio principale, ma di prendersi il tempo per esplorare il giardino all’italiana, i porticati a piano terra, il cortile d’ingresso adornato da rose rampicanti e il cortile occidentale con le due belle serre novecentesche e le rare specie di agrumi.
    Internamente, la parte aperta al pubblico non è molto grande, dato che una parte delle stanze al primo piano sono ad uso privato; sono comunque visitabili quasi tutte le principali sale affrescate.
    Andare alla Villa di Maser è da considerare un’esperienza che va oltre la visita delle sale, si tratta di sperimentare, con la dovuta calma, un luogo speciale, pensato sin dalla sua costruzione come un gesamtkunstwerk, un’opera d’arte totale, nella quale architettura, pittura, scultura, paesaggio antropizzato e natura diventano un tutt’uno; una caratteristica che la contraddistingue ancora oggi.

    Una delle due serre del complesso, che al momento della visita ospitava una piccola mostra di lavori di studenti di due facoltà di architettura; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    Uno degli aspetti che rendono peculiare la visita alla Villa di Maser è il suo essere sì un monumento ma anche un luogo vivo e abitato dai suoi proprietari; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    L’architettura
    La villa è formata da un corpo centrale a due piani e da due barchesse laterali alle cui estremità si trovano le cosiddette “colombaie”, ognuna contraddistinta da una meridiana posta in facciata. Diversamente da altre ville realizzate all’epoca, Andrea Palladio concepì la Villa di Maser come un organismo unitario, scegliendo di non separare la villa padronale dalle strutture a servizio della tenuta e definendo così un nuovo modello di dimora di campagna. Sul retro dell’edificio si trova un ninfeo, con un piccolo cortile che lo collega all’edificio principale.

    La facciata meridionale si caratterizza per un frontale ispirato all’architettura classica, con un timpano contrassegnato dallo stemma della famiglia Barbaro sorretto da quattro grandi colonne ioniche. Anch’esse a due piani, le barchesse sono invece marcate da un grande porticato a tutta altezza i cui archi sono coronati da una serie di mascheroni in rilievo.
    In generale, la villa segue un andamento lineare, probabilmente concepito da Palladio sia per adattarsi al terreno in pendenza che per offrire il massimo affaccio panoramico sulla pianura veneta e sui vasti terreni agricoli di proprietà dei Barbaro.

    Internamente la villa ha una struttura relativamente semplice, con volte a botte, decorazioni a stucco, grandi affreschi e pavimenti in seminato veneziano. La costruzione è affacciata sul giardino all’italiana, decorato con sculture di Alessandro Vittoria, ed è circondata da un parco a bosco e da altri edifici di servizio. Del complesso fa anche parte la chiesa a pianta circolare, anch’essa disegnata da Palladio e ben visibile dalla strada provinciale.

    Il corpo centrale è coronato da un timpano triangolare con al centro lo stemma della famiglia Barbaro mentre una meridiana adorna la facciata di ognuna delle due barchesse; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    Pianta e prospetto principale di Villa Barbaro a Maser, da I quattro libri dell’architettura di Andrea Palladio, 1570.

    Una delle barchesse con la meridiana in facciata e il porticato decorato da mascheroni; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    L’architettura degli interni è relativamente semplice, con volte a botte, decorazioni a stucco e pavimenti in seminato veneziano; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    Un’immagine della celebre Sala dell’Olimpo che mostra quanto architettura e decorazione si intreccino nella Villa di Maser; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    Paolo Veronese alla Villa di Maser
    Per la decorazione degli interni della villa, nel 1560 la famiglia Barbaro chiama Paolo Veronese, pittore affermato – a Venezia ha già affrescato alcune sale di palazzo Ducale oltre ad avere realizzato la decorazione della chiesa di San Sebastiano – che con Tiziano e Tintoretto è protagonista della grande stagione artistica del Cinquecento veneziano.

    Alla Villa di Maser, Veronese esegue un’eccezionale serie di affreschi che ancora oggi ci colpisce per innovazione e per la capacità di dilatare e animare le grandi sale della dimora di campagna.
    Veronese dipinge paesaggi che sembrano annullare le pareti del piano nobile: ci sorprende con finte architetture, tratteggia figure allegoriche e divinità classiche, ritrae i membri della famiglia Barbaro, ci regala un’autoritratto e soprattutto ci colpisce con alcuni incredibili divertissement, come il cane da caccia rappresentato nella sala omonima e con la celebre, deliziosa figurina femminile che si affaccia curiosa da una finta porta nella Sala a crociera.

    Nella sala dell’Olimpo poi, affacciati ai finti loggioni, appare la famiglia: da un lato Giustiniana Giustiniani, moglie di Marcantonio Barbaro, accompagnata dalla nutrice e dal figlio Alvise, al lato opposto si scorgono due figli più grandi, Almorò e Daniele. Accanto ai ritratti dei padroni di casa, a completare la meraviglia delle illusioni messe in scena da Veronese, sono raffigurati gli animali domestici: un cagnolino, un pappagallo e una scimmietta.

    L’affresco a trompe l’oeil della volta della Sala dell’Olimpo è caratterizzato da una finta architettura con divinità classiche e personaggi della famiglia Barbaro; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    Vista complessiva della Sala a Crociera, l’ambiente principale posto al primo piano del corpo centrale; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    Dettagli degli affreschi della Sala a Crociera. A Maser, Veronese crea un apparato decorativo ricco di invenzioni, di finte prospettive e di giochi visivi, come la celebre bambina che sembra affacciarsi da una porta immaginaria o un cane da caccia che fa capolino da un paesaggio di fantasia; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    Un altro piccolo cane, forse lo stesso che compare anche sulla volta della Sala dell’Olimpo,  è presente nella sala che da lui prende il nome di “Sala del cane”; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024 

    Gli affreschi della volta della Sala della lucerna; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024 

    Anche se non è noto cosa Palladio pensasse dell’intervento di Veronese, la decorazione creata da questi pare esaltare l’architettura palladiana e amplificane le prospettive; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

    All’estremita’ di una della sequenze prospettiche al piano nobile della Villa si trova quello che molti ritengono possa essere un autoritratto dello stesso Paolo Veronese; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit 2024

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