Kengo Kuma: la migliore qualità di un architetto è la modestia
In una recente video intervista della serie Time Space Existence (che potete vedere qui grazie al nostro media partner PLANE-SITE), l’ architetto giapponese Kengo Kuma esprime alcuni concetti interessanti sull’architettura e sul ruolo degli architetti nel mondo contemporaneo.
Nell’intervista, realizzata nel suo studio a Tokio, Kuma si concentra in particolare su tre punti.
Il primo riguarda una qualità, la modestia, invero piuttosto rara in molti studi di architettura. Una qualità che Kuma sostiene tragga origine dal lavorare in modo lento e metodico, procedendo un passo alla volta, senza fretta, da progetti relativamente piccoli – nei quali l’architettura si unisce spesso a tecniche costruttive semplici ed economiche – fino a quelli più grandi, complessi ed ambiziosi.
Il secondo punto riflette l’approccio dello stesso Kuma al progetto architettonico, un processo che comincia con un’esperienza quasi fisica del luogo in cui un nuovo edificio dovrà sorgere.
“Ogni volta che inizio un progetto, vado a fare una passeggiata all’interno del sito e cerco di percepire la realtà del luogo. Se tocco il suolo con i miei piedi e gli alberi con le mie mani, posso sentire la realtà del posto, questo è il mio metodo ed il punto di partenza di un dialogo con un luogo stesso” dice Kuma.
Un altro elemento fondamentale della filosofia progettuale dell’architetto di Yokohama è la relazione con la natura è la volontà di fonderla con l’architettura, una lezione che Kuma ha appreso quando progettava edifici nella campagna giapponese durante gli anni ’90 e che spiega la sua preferenza per l’uso di materiali naturali e di provenienza locale.
Il terzo punto si focalizza sulla relazione tra architettura, spazio e tempo; un tema che accomuna tutte le interviste della serie TSE.
Per Kuma, il punto chiave della relazione tra architettura e spazio risiede nella transizione “dall’architettura come monumento all’architettura come sistema ambientale” che marca la transizione tra ventesimo e ventunesimo secolo e tra società industriale e post-industriale.
Per quanto riguarda il tempo, per Kuma edificio e tempo devono fondersi in un’entità unica, in senso dinamico dato che “noi non possiamo controllare il tempo. Il tempo scorre continuamente e l’architettura deve diventare parte di questo flusso”, concetto che deriva direttamente dalla filosofia Buddista, di cui l’architetto giapponese è dichiaratamente seguace.
Il testo tradotto
“Noi architetti moderni siamo molto bravi nel creare forme eleganti, ma spesso non altrettanto umili. E un problema per la nostra professione.
Si tratta di un processo molto lento, e non semplice, ma cerchiamo di lavorare lentamente, passo dopo passo, per raggiungere questo tipo di umiltà.
Ogni volta che inizio un progetto, cammino per il posto (dove l’edificio sorgerà) e cerco di percepirne la realtà. Se tocco il terreno con un piede e accarezzo un albero con una mano, posso sentire questa realtà del luogo. Questo è il mio metodo ed il punto di partenza del mio dialogo con un sito.
La filosofia di progetto di Kengo Kuma & Associates è di creare spazi umani, accoglienti e naturali. Per raggiungere questo obbiettivo, cerchiamo di usare il più possibile materiali naturali e di unire il più possibile architettura e natura.
Abbiamo aperto Kengo Kuma & Associates nel 1986 ma nel 1991, l’economia giapponese è improvvisamente crollata. In quegli anni, abbiamo deciso di lasciare Tokyo.
Il nostro principale campo d’azione era essenzialmente la provincia giapponese e all”epoca lavoravamo molto con artigiani e con materiali locali. In quei dieci anni, i nostri progetti erano piccoli, ma per noi fu il periodo più stimolante. Dopo l’anno 2000 facemmo un passo in avanti. Trasferimmo la conoscenza che avevamo appreso dagli artigiani locali a progetti di dimensioni maggiori e in contesti più diversificati.
“Tempo, spazio, esistenza” è una frase che definisce tre cose che stanno trasformando l’architettura da architettura come monumento ad architettura come ecosistema; dal XX al XXI secolo, dall’industrializzazione alla post-industrializzazione. Noi non possiamo controllare il tempo perchè il tempo scorre continuamente. L’architettura dove anch’essa essere parte di questo scorrere.
Io non so cosa succederà dopo la mia morte, dopo che lo studio non esisterà più. La sola cosa che possiamo fare è far si che il nostro costruire entri a far parte del tempo. La relazione perfetta tra tempo e architettura è che diventino un tutt’uno. E se riusciamo a raggiungere questo tutt’uno, la distanza (tra tempo e architettura) svanirà.
Una delle mie figure di riferimento è quella del monaco buddista. I monaci viaggiano frequentemente in altri luoghi e parlano con i loro abitanti in modo onesto, e attraverso questo comunicare stabiliscono un rapporto con le popolazioni locali. Io non voglio fermare il mio viaggio, voglio continuare a viaggiare, voglio continuare per sempre a parlare con la gente.”
Il video (cliccare per la riproduzione, testo in inglese)
Kengo Kuma
Nato nel 1954 a Yokohama, Giappone, Kengo Kuma ha studiato architettura all’Università di Tokio e, in seguito, alla Columbia University. Nel 1987, ha fondato lo studio Spatial Design prima di fondare Kengo Kuma & Associates nel 1990. I lavori di Kuma – talora caratterizzati da involucri complessi e poetici che ricordano l’aspetto di tessuti intrecciati – combinano riferimenti all’architettura e all’artigianato tradizionale giapponesi con forme innovative che spesso sfruttano in modo creativo tecniche di fabbricazione digitale all’avanguardia.
Tra gli edifici più significativi di Kuma vi sono lo Stone Museum a Nasu, il padiglione Noh Stage in the Forest nella prefettura di Miyagi, il Museo Prefetturale di Nagasaki, il negozio Sunnyhills e il centro culturale Asakusa a Tokio, e il ristorante River / Filter a Fukushima, Tra i progetti in corso di realizzazione: Il museo V&A Dundee, e lo Stadio Olimpico per Tokio 2020.
Time-Space-Existence
Time, space and existence: Questi tre concetti delineano i contorni del mondo che ci circonda – un fatto particolarmente vero all’interno dell’architettura. Prendendo queste parole come punto di partenza, la Fondazione GAA si accinge a curare la sua quarta mostra collaterale, nel contesto della Biennale di Venezia Architettura, che sarà inaugurata a maggio 2018. Con oltre 100 architetti affermati ed emergenti la mostra intende offrire un complemento affascinante ad una biennale tradizionalmente tracciata lungo linee nazionali.
Link utili
PLANE-SITE: https://plane-site.com/
European Cultural Centre (ECC): https://www.europeanculturalcentre.eu/index.php
Kengo Kuma & Associates: https://kkaa.co.jp/
Kengo Kuma & Associates, negozio Sunnyhills, Tokio, 2013; foto © Inexhibit, e © Alessio Guarino
Kengo Kuma & Associates, ristorante River / Filter, Fukushima, 1996; foto © Mitsumasa Fujitsuka
Kengo Kuma & Associates, padiglione Noh Stage in the Forest, Teraike-kamimachi, 1996; foto © Mitsumasa Fujitsuka
Kengo Kuma, l’installazione Irori a Milano (dettaglio), 2015; foto © Inexhibit
Kengo Kuma & Associates, Centro Culturale Asakusa, Tokio, 2012; foto © Takeshi Yamagishi
Immagine di copertina © PLANE-SITE
copyright Inexhibit 2024 - ISSN: 2283-5474