La storia della sedia ‘monoblocco’ in plastica al Vitra Campus

 Allo Shaudepot del Campus Vitra di Weil-am-Rhein, dal 17 marzo sarà visitabile la mostra “monoblocco – una sedia per il mondo” dedicata alla storia delle sedie monoblocco, dal 1920 ad oggi.

Copertina: Österreich. Foto di Jürgen Lindemann

E d’altronde, la sedia monoblocco di plastica bianca è uno dei simboli dei mobili a basso costo, un oggetto molto popolare e diffuso a tutte le latitudini del globo, dall’Europa all’America, dall’Africa all’Estremo Oriente.
Il primo esempio di sedia costituita da un unico materiale risale agli anni ’20 del secolo scorso, quando i designers più innovativi provarono a realizzare le sedute ripiegando un unico foglio in metallo o un pannello in legno. Tuttavia, bisognerà attendere fino agli anni ’60, con l’introduzione dei materiali sintetici e lo sviluppo della tecnologia, per assistere alla produzione “di massa” delle sedie cosiddette “monoblocco”.

Monobloc plastic chairs exhibition Vitra Schaudepot 02

40 Monoblocco; foto di Jürgen Lindemann

L’anno di svolta del successo planetario di questo oggetto è il 1972, quando il designer francese Henry Massonnet progetta la “Fauteuil 300”, un pezzo economico realizzabile in soli 2 minuti, che riducendo drasticamente i costi di produzione rendeva le sedie prodotte industrialmente a disposizione di tutti.
Eppure, questo mobile così popolare – tutti noi lo possiamo vedere nei caffè, nelle spiagge, sui terrazzi delle case per vacanze e nei luoghi pubblici di tutto il pianeta – svela anche la sua natura ambigua e ambivalente; poco costoso e democratico da un lato, poco sostenibile e simbolo della massificazione dall’altro. Un’ambivalenza indagata proprio dai designers contemporanei, come Martino Gamper e Martí Guixé.

Attraverso 20 pezzi emblematici corredati da fotografie, informazioni tecniche, disegni e pubblicità, la mostra allo Shaudepot racconta dunque la storia di questo oggetto, non soltanto il suo sviluppo tecnico ma anche il ruolo sociale nei diversi contesti culturali; considerato quasi un prodotto “usa e getta” nei paesi occidentali, in Africa e nei paesi in via di sviluppo è spesso considerato un oggetto di valore, che merita un attento restauro in caso di rottura.

Tra le sedie esposte in mostra: Panton Chair (1958-68) di Verner Panton, Bofinger Chair (1964-68) di Helmut Bätzner, Selene (1961-68) di Vico Magistretti, Fauteuil 300 (1972) di Henry Massonnet, Café Chair (2006) di Fernando e Humberto Campana, Myto chair di Konstantin Grcic (2008), Respect Cheap Furniture (2009) di Martí Guixé e la Monothrone (2017) di Martino Gamper disegnata appositamente per questa mostra.

monoblocco – Una sedia per il mondo
17 marzo / 18 giugno 2017
Vitra Schaudepot – Vitra Campus
Weil am Rhein, Germania

Henry Massonnet Fauteuil 300 chair 1972

Henry Massonnet, la sedia Fauteuil 300, 1972; foto di Jürgen Hans

Verner Panton Chair prototype 1958-60

Verner Panton, Panton Chair, Prototipo, 1958-60; foto: Andreas Sütterlin

Vico Magistretti Selene chair 1961-68

Vico Magistretti, Selene, 1961-68; Foto: Jürgen Hans

 Helmut Bätzner Bofinger chair 1964-68

Helmut Bätzner, BA 1171, Bofinger Chair, 1964-68; foto: Jürgen Hans

Konstantin Grcic Myto chair 2008

Konstantin Grcic, Myto, 2008

Monobloc plastic chairs exhibition Vitra Schaudepot 03

Stazione di rifornimento, Iraq, Kurdistan, 2016; foto: Stephan Pramme

Monobloc plastic chairs exhibition Vitra Schaudepot 04

Volantino pubblicitario per la Bofinger Chair © Bofinger Production, Andreas Barese l Bofinger,
Heilbronn.

Immagini, courtesy of Vitra https://www.vitra.com/en-it/home


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