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Padiglione delle Serpentine 2023: Lina Gothmeh mette tutti intorno a un tavolo

  • Lina-Ghotmeh-@Gilbert-Hage

    Padiglione estivo delle Serpentine 2023: Lina Gothmeh mette tutti intorno a un tavolo

    Serpentine ha annunciato che il prossimo padiglione estivo sarà disegnato dall’architetta di origine libanesi Lina Ghotmeh. Il 22° padiglione delle Serpentine Galleries verrà aperto a giugno 2023.
    La prestigiosa commissione, iniziata nel 2000 con Zaha Hadid, è stata, per molti talenti emergenti dell’architettura contemporanea, l’occasione di costruire la prima opera nel Regno Unito; nel corso degli anni il padiglione estivo si è evoluto, diventando una piattaforma pubblica partecipativa con interessanti programmi interdisciplinari.

    Ghotmeh guida il suo studio Lina Ghotmeh – Architecture a Parigi, dove sviluppa progetti all’incrocio tra architettura, arte e design. La sua pratica adotta un approccio multidisciplinare e approfondito ai temi progettuali che comprende la ricerca sulla storia dei luoghi, sui materiali, sulle risorse e le abitudini degli utenti.

    in copertina: Lina Ghotmeh © Gilbert Hage

    Il 22° Padiglione continuerà la pratica in corso di “Archeologia del futuro”, esplorando le nozioni di memoria, spazio e paesaggio. Il Padiglione del prossimo anno sarà intitolato À table, l’invito francese a sedersi insieme a un tavolo, e alluderà al senso di unità e di comunità sia con la forma della sua struttura che attraverso il design del tavolo e dei posti a sedere che inviteranno all’interazione umana.

    À table
    Lina Ghotmeh ha dichiarato: À table è un invito a vivere insieme, nello stesso spazio e intorno allo stesso tavolo. È un incoraggiamento ad entrare in dialogo, a riunirsi e a pensare a come potremmo ripristinare e ristabilire il nostro rapporto con la natura e la Terra.
    La Terra che ci abbraccia è la nostra prima fonte di sostentamento; senza di essa, noi esseri viventi, non potremmo sopravvivere. Ripensare cosa e quanto mangiamo – come “consumiamo” e come intessiamo le nostre relazioni reciproche e con il mondo vivente – ci spinge verso una comunione più sostenibile ed ecosistemica con la Terra.
    La nostra cucina ci fa sentire a casa; ci ricorda quanto siamo legati ai climi in cui siamo cresciuti. Come donna mediterranea, nata e cresciuta a Beirut e residente a Parigi, sento una profonda appartenenza alla nostra terra, a ciò che contiene e a ciò che abbraccia: dalle archeologie sepolte ma invecchiate delle civiltà passate al mondo vivente incorporato che sprona la vita verde a germogliare da ogni fessura delle strade. Nella mia pratica di architetto, scavo per progettare (e imparare) dalle tracce del passato e ascolto le voci dei miei antenati così come quelle del nostro mondo vivente. Queste voci risuonano vividamente con le strutture future come modi per influenzare e sfidare l’architettura di domani. Nei tempi che cambiano, questo padiglione offre uno spazio celebrativo. È dotato di un tavolo, attorno al quale ci siederemo, insieme in una struttura modesta e bassa e in un’atmosfera che ricorda le capanne Toguna del popolo Dogon in Mali, nell’Africa occidentale, pensata per riunire tutti i membri di una comunità. Qui possiamo mangiare, lavorare, giocare, incontrarci, parlare, ripensare e decidere. Costruita con materiali di origine biologica e a basse emissioni di carbonio, la struttura appare come uno scheletro. Le nervature in legno di provenienza sostenibile sono disposte per sostenere un tetto plissettato sospeso. Riprendendo le strutture delle foglie degli alberi, il Padiglione abbraccia la natura del parco in cui emerge. Ricordandoci le molte vite che sbocciano sotto i nostri piedi, le linee concave del suo perimetro sono disegnate dalle forme dei fusti e delle chiome degli alberi adiacenti. Pur essendo radicato al suo posto e accogliendo lo spazio del parco con il suo involucro simile a una galleria aperta, il padiglione cresce come un sistema adattabile. Può essere smontato e rimontato, permettendogli di vivere oltre il suo sito Serpentine, pur conservando la memoria del suo terreno originale.”

    Serpentine Pavilion 2023 progettato da Lina Ghotmeh — Architecture; Design render, vista esterna. © 2022 Lina Ghotmeh — Architecture, courtesy: Serpentine

    Serpentine Pavilion 2023 progettato da Lina Ghotmeh — Architecture; Design render, vista interna. © 2022 Lina Ghotmeh — Architecture, courtesy: Serpentine

    Lina Ghotmeh
    I progetti di Lina Ghotmeh (nata nel 1980 a Beirut, Libano) includono l’Estonian National Museum (Grand Prix Afex 2016 e Mies Van Der Rohe Nominee); “Stone Garden”, torri artigianali e spazi espositivi a Beirut (Dezeen 2021 Architecture of the year Award), Libano; Torre in legno “Réalimenter Masséna” dedicata alla cultura del cibo sostenibile a Parigi, Francia; Ateliers Hermès in Normandia, primo edificio a basse emissioni di carbonio, in Francia; Mostra Wonderlab a Tokyo e Pechino e Les Grands Verres per il Palais de Tokyo, Parigi, Francia.
    Ghotmeh è attivamente coinvolta nel mondo accademico e ha tenuto conferenze in istituzioni di tutto il mondo. Tra i premi, ha ricevuto nel 2021 lo Schelling Architecture Prize 2020, ha ricevuto il Tamayouz ‘Woman of Outstanding Achievement’ nel 2020, il premio Cardin dell’Accademia francese di belle arti 2019, il premio Dejean dell’Accademia di architettura 2016 e il premio del Ministero della cultura francese nel 2008.
    Il suo lavoro è attualmente esposto al Cooper Hewitt Smithsonian Museum di New York ed è stato precedentemente esposto al MAXXI di Roma (2021-22) e alla 17a Biennale di Architettura di Venezia (2021). I suoi progetti sono stati pubblicati da Phaidon, RIBA, Domus e Architectural Record.

    Serpentine Summer Pavilion
    La commissione del Serpentine Pavilion, iniziata nel 2000 con Zaha Hadid, ha rappresentato per molti architetti contemporanei emergenti l’occasione di realizzare la loro prima opera  nel Regno Unito. Negli ultimi anni è diventata una vetrina molto attesa per i talenti emergenti, da Sumayya Vally, Counterspace (Sud Africa), il più giovane architetto ad essere incaricato, e Frida Escobedo (Messico), a Diébédo Francis Kéré (Burkina Faso) e Bjarke Ingels (Danimarca), il cui Padiglione, nel 2016 è stata la mostra di architettura e design più visitata al mondo.
    Il padiglione del 2022′ Black Chapel’ è stato progettato da Theaster Gates (USA).

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