Le Corbusier – Convento di Santa Maria de la Tourette, Éveux, Francia
Auvergne-Rhône-Alpes, France
Telefono: +33 (0)4 72 19 10 90
Sito web: https://www.couventdelatourette.fr/
Il convento di Santa Maria de la Tourette è un monastero domenicano a Éveux, piccolo comune francese situato a circa 25 chilometri a nord-ovest di Lione, progettato da Le Corbusier nel 1953. Noto semplicemente come “La Tourette”, il convento è uno degli edifici più famosi disegnati dall’architetto franco-svizzero nel secondo dopoguerra; dal 1970 è aperto al pubblico per visite guidate e soggiorni.
In copertina: un’immagine del chiostro del convento di Santa Maria de la Tourette; foto Aurelien Guichard CC BY-SA 2.0 da Flickr
Storia
Come un altro capolavoro “religioso” di Le Corbusier, la chiesa di Notre-Dame du Haut a Ronchamp, Santa Maria de la Tourette sorge su una collina immersa nel paesaggio pastorale della Francia centrale.
Il terreno su cui il monastero è stato costruito fu acquistato dai monaci, che desideravano spostarsi nell’area di Lione dalla zona di Chambery dove si trovavano, nel novembre del 1943.
Nel febbraio 1953 i domenicani chiesero a Le Corbusier di progettare il nuovo monastero; la scelta dell’architetto, che all’epoca aveva 65 anni, fu di padre Marie-Alain Couturier, che aveva già collaborato con Le Corbusier a Ronchamp ed era un sostenitore dell’incontro tra religione cattolica e architettura moderna.
La costruzione del monastero iniziò nel 1956 e l’edificio venne inaugurato ufficialmente circa quattro anni più tardi, il 19 ottobre 1960, quando settantacinque frati vi abitavano già da alcuni mesi. Il convento di Sainte Marie de la Tourette venne dichiarato monumento nazionale nel 1979. Oggi vi risiedono in permanenza solo 7 frati.
Monastero di Santa Maria de la Tourette, vista del lato sud; foto Antonio Gallud CC BY-SA 2.0 da Flickr
Architettura del monastero
L’architettura di Santa Maria de la Tourette è stata probabilmente ispirata da quella della Certosa di Galluzzo a Firenze, che Le Corbusier aveva visitato nel 1907, e da quella dell’Abbazia Cistercense di Thoronet in Provenza che padre Couturier, in una lettera del 1953, aveva esplicitamente suggerito all’architetto come possibile riferimento per il progetto del nuovo monastero.
Come altri monasteri domenicani, Santa Maria de la Tourette è un grande complesso isolato in cui tutti gli spazi funzionali sono raccolti intorno a un chiostro centrale. L’architetto aveva inizialmente pensato di collocare il “chiostro” sulla copertura dell’edificio ma i frati lo avevano dissuaso dal farlo. Il convento, che dall’esterno appare come un grande parallelepipedo in calcestruzzo coperto da tetti vegetalizzati, sorge su un ripido pendio; per questo, Le Corbusier decise di sollevarlo su pilastri, preservando in tal modo gran parte del profilo originale della collina e, allo stesso tempo, “sollevando” visivamente l’edificio verso il cielo.
Il complesso comprende un volume leggermente staccato, a nord, che ospita la chiesa e un grande edificio con pianta a C che contiene il refettorio, la cucina, la sala capitolare, un piccolo oratorio, una biblioteca, sale di lettura, aule didattiche, sale per incontri e riunioni e cento celle per i monaci. Un percorso coperto a forma di croce attraversa il cortile centrale e collega tra loro i principali blocchi funzionali del convento.
Le celle dei frati hanno tutte le stesse dimensioni, 5,92 x 1,83 metri con un’altezza di 2,26 metri; ogni cella possiede un piccolo balcone affacciato all’esterno.
La chiesa è lo spazio più imponente del complesso: si tratta di una grande sala di forma rettangolare con l’altare principale e il presbiterio leggermente rialzati. Una serie di aperture orizzontali illumina lo spazio mentre la cappella feriale, a pianta curvilinea sormontata da tre lucernari circolari, e una sacrestia rettangolare si trovano rispettivamente sui lati nord e sud della navata.
Vista della facciata ovest con i balconi delle celle monastiche che occupano i due piani superiori; foto Andrew Carr CC BY-NC-ND 2.0 da Flickr
Pilastri/contrafforte sotto l’edificio principale; foto Archigeek CC BY-NC-ND 2.0 da Flickr
Uno dei corridoi coperti che formano il “chiostro” ; foto Wsifrancis CC BY-NC-ND 2.0 da Flickr
Vista della facciata ovest; foto Andrew Carr CC BY-NC-ND 2.0 da Flickr
A La Tourette, tutti i volumi sono coperti da tetti versi; foto Aurelien Guichard CC BY-SA 2.0 da Flickr
Il progetto di Santa Maria de la Tourette di Le Corbusier si richiama chiaramente a tre principi guida della regola domenicana: silenzio, povertà e preghiera.
Il silenzio è stato ottenuto sia con la collocazione stessa del monastero, in mezzo alla natura e lontano dai centri abitati, che mediante un progetto architettonico che favorisce introspezione e contemplazione. “Il convento deve essere un vascello silenzioso per la vita interiore dei frati, mentre il mondo graffia le sue mura” (da Dominican Form and Architecture: Tensions di Padre Irenaeus Dunlevy; Domenicana Journal, Dicembre 2010)
La povertà è simbolizzata dai materiali scelti e usati per la costruzione di La Tourette, in particolare dall’uso estensivo del calcestruzzo facciavista, sia all’esterno che all’interno del complesso. “La tensione verso la povertà non origina dalle richeste della vita ma dal resistere alle tentazioni del mondo. Il progetto del convento può quindi essere visto come un modo per contribuire ad una vita di povertà o, altrimenti, come un modo per allontanarsi da essa” (ibid.)
La preghiera è incoraggiata dall’articolazione del monastero, che venne sviluppata da Le Corbusier in stretta collaborazione con Padre Couturier, dall’uso magistrale della luce naturale e attraverso sottili riferimenti all’architettura tradizionale degli edifici domenicani, come nel caso della copertura piramidale del piccolo oratorio posto sul lato ovest del cortile.
“Nel corso degli 800 anni dell’Ordine, ci sono stati numerosi esempi di conventi ben progettati che hanno preso in prestito il loro disegno da un altro convento. Un architetto che dovesse progettare un convento al giorno d’oggi farebbe bene a predere spunto da conventi esistenti perchè soluzioni efficaci a queste difficili tematiche sono probabilmente già state realizzate.” (ibid.)
Tanta sensibilità nei confronti di un edificio religioso può stupire in una persona fondamentalmente agnostica come Le Corbusier, ma conferma la spiritualità profonda, sebbene non convenzionale, che possiamo vedere anche in altre opere dell’architetto svizzero, come nel caso della già menzionata cappella di Notre Dame du Haut a Ronchamp e del progetto originario per la chiesa di Saint Pierre a Firminy.
“Non sono un praticante, ma una cosa che so è che ogni uomo ha, a vari livelli, il sentimento religioso di appartenere a una più grande comunità di persone e di esserne parte. Nel mio lavoro, io metto così tanta passione e vitalità interiore che questo diventa quasi un fatto religioso.” Le Corbusier
L’interno della chiesa visto dal lato dell’altare; foto Aurelien Guichard CC BY-SA 2.0 da Flickr
Vista della chiesa verso il presbiterio con la cappella feriale sulla sinistra e la sacrestia sulla destra; foto Wsifrancis CC BY-NC-ND 2.0 da Flickr
Gli sguinci delle finestre sono dipinti in rosso, giallo e blu evocando così i colori delle vetrate a piombo delle abbazie medievali; foto Wsifrancis CC BY-NC-ND 2.0 da Flickr
Cappella feriale, vista dal basso; foto Minke Wagenaar CC BY-NC-ND 2.0 da Flickr
L’esterno del refettorio verso il presbiterio della chiesa; foto Fred Romero CC BY 2.0 da Flickr
Il refettorio; foto Archigeek CC BY-NC-ND 2.0 da Flickr
Come visitare La Tourette
Santa Maria de la Tourette è ancora in uso come convento, benchè sia in gran parte vuota a causa del declino ormai pluridecennale delle vocazioni monacali.
E’ anche per questo che i Domenicani hanno deciso di convertire una parte delle celle in camere d’albergo. Oggi è possibile soggiornare nell’hotel interno al convento per periodi illimitati e a mezza pensione a un prezzo decisamente ragionevole. Si tenga però presente che la sistemazione è piuttosto spartana e che le regole di comportamente sono comunque quelle di un luogo religioso.
Da lunedì a sabato compreso è anche possibile visitare l’interno del monastero con visite guidate; la visita dura circa 90 minuti e i gruppi devono prenotare in anticipo.
Dettaglio di uno dei parapetti che delimitano i balconi delle celle; foto Ilha Lee CC BY-NC 2.0 da Flickr
Foto Fred Romero CC BY 2.0 da Flickr
Come giudicano questo museo i nostri lettori? (puoi votare anche tu)
copyright Inexhibit 2024 - ISSN: 2283-5474