Palazzo della Pilotta e Galleria Nazionale di Parma
Emilia Romagna, Italy
Ospitata nello storico Palazzo della Pilotta, la Galleria Nazionale di Parma è un museo noto soprattutto per la sua notevole collezione di dipinti, tra cui anche il celebre La Scapigliata di Leonardo da Vinci.
Oltre alla Galleria, il complesso monumentale della Pilotta ospita anche il Museo Archeologico Nazionale di Parma, il Museo Bodoniano, la Biblioteca Palatina e la ricostruzione del seicentesco Teatro Farnese.
Costruito nel tardo Cinquecento per volere del duca Ranuccio Farnese, Palazzo della Pilotta venne seriamente bombardato nel corso della Seconda Guerra Mondiale e parzialmente ricostruito in seguito. Recentemente rinnovata, la piazza di fronte al palazzo è stata realizzata negli anni Novanta su progetto dell’architetto svizzero Mario Botta.
Sopra: Palazzo della Pilotta, Parma; il cortile monumentale; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit
Galleria Nazionale di Parma, lo scalone d’onore; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit
Galleria Nazionale di Parma
La Galleria Nazionale fu fondata da Maria Luigia, Duchessa di Parma, agli inizi del XIX secolo per esporre al pubblico le collezioni d’arte ducali.
Oggi, il museo espone circa 700 opere – sculture, decorazioni architettoniche, oggetti d’arte applicata, disegni e dipinti – realizzati dal Medioevo al XX secolo.
Tra i pezzi notevoli in mostra ci sono opere di Benedetto Antelami, Agnolo Gaddi, Beato Angelico, Sandro Botticelli, Giulio Romano, Correggio, Parmigianino, Leonardo da Vinci, Hans Holbein il Giovane, El Greco, Antony van Dick, Guercino, Canaletto, Giovanbattista Tiepolo e Antonio Canova. Il celeberrimo dipinto La Scapigliata di Leonardo da Vinci è probabilmente l’opera più nota visibile nella Galleria Nazionale.
Leonardo da Vinci, La Scapigliata, c.1508, olio su tavola; foto Riccardo Bianchini/Inexhibit
Galleria Nazionale di Parma, due viste delle sale espositive; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit
Museo Archeologico Nazionale
Fondato nel 1760 da Filippo di Spagna, Duca di Parma, il museo archeologico espone una grande collezione di antichità e reperti.
La collezione è suddivisa in quattro nuclei principali.
La Collezione Egizia comprende statuette, sarcofagi, papiri, amuleti e vasellame.
La Collezione Parma si compone di vari reperti ritrovati nelle vicinanze della città emiliana, tra cui pezzi preistorici, etruschi, romani e di epoca medievale.
Un’altra sezione comprende statue romane, sculture e vasi greci collezionati da vari membri della famiglia Farnese e della casata dei Gonzaga.
Il cuore della collezione del Museo Archeologico presenta oggetti ritrovati nel Settecento durante gli scavi dell’antica città romana di Veleia, nei pressi di Piacenza, e comprende venti statue marmoree del I secolo dopo Cristo, statuette in bronzo e monete.
L’ingresso del Museo Archeologico di Parma; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit
Museo Bodoniano
Il Museo Bodoniano è dedicato al famoso stampatore e tipografo Giambattista Bodoni (1740 – 1813), conosciuto tra l’altro per il carattere da lui inventato e che ne porta il nome. La mostra nel museo presenta le tecniche e la storia dell’arte tipografica dal 15° al 19° secolo, insieme alla vita e alla carriera professionale di Bodoni.
Teatro Farnese
Il Teatro Farnese è uno degli esempi più interessanti al mondo di teatro tardo-rinascimentale.
Realizzata nel 1618 su progetto dell’architetto Gian Battista Aleotti (anche noto come l’Argenta), la costruzione è ispirata al Teatro Olimpico di Vicenza di Andrea Palladio. Il Teatro Farnese è una struttura monumentale in legno, decorata con dipinti e sculture in gesso, la cui cavea a U poteva ospitare fino a 3000 spettatori. Gravemente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, il teatro è stato ricostruito negli anni Sessanta riutilizzando una parte degli elementi e delle decorazioni originali. Intorno alla cavea è stata recentemente inaugurata una mostra permanente dedicata alla storia dell’edificio.
La ricostruzione del seicentesco Teatro Farnese e la mostra permanente allestita nel basamento del teatro; foto © Riccardo Bianchini/Inexhibit
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